Allegri cambia ancora il Milan, Berlusconi non ne può più

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AC Milan's president Silvio Berlusconi (
Berlusconi in mezzo all'ultimo Milan vincente | © GIUSEPPE CACACE/AFP/Getty Images

Nonostante il pareggio per 2-2 nella trasferta di Palermo, Allegri rimane sotto assedio. Forse come mai non lo era stato in precedenza. I nodi iniziano a venire al pettine, nessuno escluso. Al presidente Silvio Berlusconi non sono andati giù i continui cambi di modulo del tecnico livornese nello spazio dei 90′ minuti. Sfuriata che il patron rossonero ha riversato non su Allegri ma su Adriano Galliani, quando l’ad del Diavolo aveva ormai tirato un sospiro di sollievo dopo aver visto le streghe sul 2-0 di Brienza. Quelli che erano presenti al Barbera hanno raccontato di un Galliani raggelato dopo la telefonata. E con certezza quasi matematica possiamo rassicurarvi che non si trattava di Sgarbi che aveva appena avuto un incidente automobilistico.

L’ANTEPRIMA– Allegri, per la tredicesima partita stagionale, cambia nuovamente modulo. In Sicilia l’allenatore del Milan schiera i suoi uomini con un inedito 3-5-2. Confermata la difesa a tre vista delle ultime due uscite stagioni (Malaga e Genoa), non gli uomini. Infatti per la prima volta quest’anno vengono impiegati contemporaneamente Mexes, Yepes e Bonera. Sugli esterni troviamo Constant e Abate, anche loro coppia inedita (tre giorni fa c’era Antonini con Abate, in Spagna Constant e De Sceglio). A centrocampo la vera rivoluzione, con Nocerino e Flamini in campo dal primo minuto insieme al regista Montolivo. L’ultima partita del francese è datata 18 settembre (Milan-Anderlecht 0-0), mentre in campionato aveva giocato soltanto il match inaugurale contro la Sampdoria. In attacco la coppia El Shaarawy-Pato, con il Faraone spostato dalla fascia sinistra (dove da il meglio) al centro.

AC Milan's president Silvio Berlusconi (
Berlusconi in mezzo all’ultimo Milan vincente | © GIUSEPPE CACACE/AFP/Getty Images

TRIDENTE – Chiuso il primo tempo sotto di un gol, Allegri decide di cambiare modulo, tornando al 3-4-3 delle ultime due giornate. L’ingresso in campo di Emanuelson al posto di uno sconcertante Flamini consente a El Shaarawy di tornare largo a sinistra, con Pato al centro e l’olandese schierato sulla corsia di destra insieme ad Abate. In mezzo al campo Nocerino non è più mezzala ma centrocampista centrale, con Montolivo che va ad occupare la posizione di centro-sinistra, dalla quale poi si sgancerà spesso e volentieri per dare una mano al reparto offensivo. Trascorrono due minuti e il Palermo raddoppia con Brienza. Il gol dei rosanero costringe Allegri a ricambiare modulo. Il livornese così sceglie di rispolverare il 4-2-3-1.

CAOS – In teoria dovrebbe essere un 4-2-3-1, con Bojan in posizione di trequartista alle spalle di Pazzini. Nella pratica però è un 4-2-4, stile Mourinho, Conte, Ventura. Allegri però si avvicina più al tecnico portoghese, perché sulla scelta delle 4 punte pesa come un macigno il dettaglio della causalità. Alla fine la scelta dettata dalla disperazione premia Allegri. Contemporaneamente però non va giù al presidente Berlusconi, che legge nella confusione del tecnico rossonero un segno di totale abbandono al caso.

FINE? – Si è arrivati ormai al punto di non ritorno. Galliani non potrà ancora per molto salvare il tecnico che lui ha voluto due anni fa, dopo l’addio di Leonardo. Da lassù, dal patron, non arrivano segnali distensivi nei confronti di Allegri. I tifosi del Milan vivranno questi giorni un po’ come le ore che precedono il Giudizio Universale. Sono i giorni della resa dei conti.

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