Andrea Agnelli risponde ad Abete “Su Conte parole inopportune”

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Andrea Agnelli | © ROBERTO SALOMONE/AFP/Getty Images

La settimana di avvicinamento a Milan – Juventus di sabato prossimo prosegue condita da qualche polemica di troppo, che coinvolge gli esponenti dei due club ai vertici della classifica di Serie A.

Il fuoco polemico, questa volta, non riguarda i tecnici o i giocatori, bensì “vertici più elevati”, ed in particolare la sponda juventina con il presidente bianconero Andrea Agnelli che ha risposto in maniera piccata ad alcune dichiarazioni dei giorni scorsi espresse dal presidente della Figc Giancarlo Abete. Per comprendere, dunque, le ragioni alla base del “botta e risposta”, è necessario compiere un passo indietro.

Il numero uno della Federazione Italiana giuoco calcio, nei giorni scorsi, aveva commentato negativamente le parole espresse dal mister bianconero, Antonio Conte, nel post-partita della gara fra Parma e Juventus, in occasione dei due calci di rigore non concessi in favore della Juventus dal direttore di gara Mazzoleni.

In quell’occasione, infatti, Conte si era mostrato infastidito per gli errori commessi a discapito della sua squadra, rilevando, inoltre, che ai bianconeri durante l’intera stagione era stato concesso soltanto un calcio di rigore, nonostante la sua squadra fosse solita “imbastire” numerose manovre nell’area avversaria.

Il presidente Abete, però, non ha mostrato di gradire particolarmente le parole di Antonio Conte, definendole “abbastanza forti, anche se lui stesso ha evidenziato che fa parte del calcio rappresentare situazioni meritevoli di attenzione“. Inoltre, il presidente Abete aveva anche analizzato quali sono i “problemi di fondo” connessi alle lamentele della Juventus a proposito delle designazioni effettuate da Braschi e Nicchi. La Juventus, infatti, nella persona del dg Marotta, si era lamentata di essere raramente diretta da arbitri esperti o internazionali, che darebbero maggiori garanzie in campo. A tal proposito, il presidente Abete aveva ritenuto opportuno precisare che “il problema di fondo sta nel meccanismo delle designazioni, pensate per ruotare i diversi direttori di gara ed evitare che gli stessi dirigano troppo spesso le stesse squadre“: pertanto alla luce di tale meccanismo non è pensabile per nessun club (e neppure per la Juventus, ndr) di essere diretto sempre da fischietti internazionali.

andrea agnelli | © ROBERTO SALOMONE/AFP/Getty Images

Dopo le parole di Abete, però, non si è fatta attendere la replica del presidente bianconero Andrea Agnelli, che ha ritenuto “inopportune” le parole del numero uno della federazione. L’inopportunità, in particolare, sarebbe legata al fatto che Giancarlo Abete avrebbe deciso di commentare (e bacchettare) soltanto le parole proniciate da Antonio Conte, non mostrando, quindi, equità di giudizio. In particolare, le parole del presidente Andrea Agnelli in merito alla questione sono state le seguenti: “Abete, in quelità di presidente della Federazione, o decide di commentare ogni settimana tutte le dichiarazioni degli allenatori sugli arbitri, oppure non mi sta bene che commenti solo quelle del nostro tecnico“.

Il riferimento di Agnelli, tra le righe (ma non troppo, ndr) sarebbe rivolto ai commenti ironici del tecnico del Milan Allegri, pronunciati nel post Cesena – Milan, quando il tecnico livornese aveva sollevato qualche dubbio circa la regolarità del gol segnato da Chiellini contro il Catania, criticando l’atteggiamento degli juventini che “si lamentano solo se capitano episodi a loro sfavore, mentre tacciono se gli errori arbitrali li avvantaggiano“.

La controrisposta di Abete, comunque, non si è fatta attendere molto: il presidente della Figc, infatti, ha voluto subito chiarire di non aver intenzione di creare alcuna polemica, ritenendo di “aver fatto riferimento solo ad un problema generale, senza aver alcun intento polemico“. In tal senso, dunque, il presidente Abete ha mostrato di non aver gradito affatto quella che, dal canto suo, sarebbe stata una “strumentalizzazione ad hoc delle sue parole“, poichè il suo intento era, e rimane, quello di mantenere – in ragione del ruolo ricoperto – rapporti di grande equilibrio con i grandi club e le loro dirigenze.

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