Calciopoli: anche Lanese in cerca di vendetta

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Forse ringalluzzito dai risultati ottenuti dalla difesa di Luciano Moggi anche l’ex arbitro Tullio Lanese ha impugnato il provvedimento col quale gli era stato revocato il titolo di arbitro benemerito. A darne attraverso un comunicato notizia è il Tribunale Nazionale di Arbitrato per lo Sport.

Lanese dimessosi da presidente dell’Aia dopo l’esplosione dello scandalo Calciopoli nel 2006, era stato condannato dalla Corte Federale all’inibizione per 2 anni e 6 mesi, pena poi diminuita dalla Camera di Conciliazione e Arbitrato del Coni a un anno. Nell’inchiesta penale, invece, alla Procura di Napoli è stato condannato in primo grado a due anni di reclusione.

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  1. riportato.
    TORINO, 22 aprile – L’avvocato Mario Stagliano ha fatto parte dell’ufficio indagini della Figc fino al maggio del 2006, proprio alla vigilia dei processi di Calciopoli lasciò, perché «avevo fatto parte di quell’ufficio per tanti anni senza accorgermi di nulla». La giustizia sportiva ha così perso un uomo di legge e un vero esperto, che oggi ha un’idea chiara delle gravi lacune di chi non ha indagato abbastanza e di come potrebbe uscirne la Figc per salvare almeno l’etica (e solo in parte la faccia).

    Avvocato Stagliano, che effetto le ha fatto l’ondata di nuove intercettazioni del processo di Napoli?
    «Mi hanno ricordato la relazione di Borrelli quando rinviò a giudizio i primi imputati di Calciopoli. Scrisse: le indagini sono da proseguire perché troppo vasto è il campo da investigare e tanti sono i possibili filoni ancora da seguire. Insomma, Borrelli aveva perfettamente capito che la questione non poteva finire lì».
    Eppure chi successe a lui non seguì quell’indicazione.
    «Nessuno si prese la briga di ascoltare quelle telefonate. Il che è grave: se io leggo, nelle informative dei Carabinieri, che ci sono 171 mila telefonate registrate e ne ho lette molte meno di mille, il dubbio di ascoltare cosa c’è in quei mesi e mesi di intercettazioni mi deve cogliere».
    E invece Palazzi non ascoltò e ora c’è il rischio che tutto venga archiviato perché prescritto.
    «Secondo me non è un rischio. È una certezza. Non si può pensare di scardinare la prescrizione in questo caso. Ho sentito ipotesi fantasiose, ma non penso che possano funzionare. Il che rende ancora più gravi le mancate indagini di questi anni: bastava prendere quei cd e ascoltarli… ».
    L’etica, però, non si prescrive.
    «Infatti, secondo me, l’unica via d’uscita per la Figc sarebbe quella di prendere gli uomini mi¬gliori della giustizia sportiva e vi garantisco che ce ne sono di bravissimi e formare una super¬commissione che, per un anno, si dedichi sola¬mente all’ascolto delle 171 mila telefonate. Alla fine questa commissione dovrebbe produrre un giudizio che varrebbe come giudizio morale e co¬me base per prendere la decisione sullo scudet¬to 2006».

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