Calciopoli: frode sportiva per Giraudo, per il gup “dati certi”

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E’ stata resa pubblica la sentenza emessa il 14 dicembre per i protagonisti di Calciopoli che hanno scelto il rito abbreviato, il gup Edoardo De Gregorio esistono “dati certi” a comprovare l’esistenza “associazione a delinquere finalizzata alla frode sportiva”.

Per Giraudo, Lanese, Pieri e Dondarini è stata dunque riscontrata l’esistenza di un sistema di potere finalizzato a gestire ognuno i propri interessi a discapito della lealtà sportiva. Prove schiaccianti a carico dell’ex dirigente juventino sembrano esser l’utilizzo delle sim straniere e le frequenti riunioni con i coimputati Moggi, Bergamo, Pairetto, Lanese e Mazzini dove il dirigente bianconero fu sempre presente contribuendo alla composizione delle griglie arbitrali.

1 COMMENTO

  1. riportato:
    In data odierna l’ex A.D. della Juventus, Antonio Giraudo, è stato riconosciuto colpevole di associazione a delinquere finalizzata alla frode sportiva.
    La strategia difensiva dell’ex AD bianconero si basava sulla assoluta insussistenza di prove a supporto della pubblica accusa. Si era quindi scelto di essere giudicati con il rito abbreviato. È bene ricordare che tale forma processuale è basata esclusivamente sugli atti depositati dalle parti, escludendo quindi testimonianze e dibattimenti. Una scelta coraggiosa – che abbiamo peraltro sempre condiviso – tesa ovviamente ad ottenere un celere giudizio, anche in virtù di un processo esclusivamente indiziario. Una scelta tuttavia dimostratasi non premiante.

    Il Gup De Gregorio – che per dovere di cronaca è bene ricordare essere il Gup che ha rinviato a giudizio Luciano Moggi – ha ritenuto sufficientemente validi i “teoremi” della pubblica accusa. È opportuno ricordare che le carte su cui si basava la pubblica accusa sono le stesse utilizzate dalla Giustizia Sportiva. Tuttavia le sentenze sportive sancirono la sola sussistenza di slealtà sportiva e non di illeciti, scrivendo quindi a chiare lettere che nessuna partita era stata truccata. Mal si concilia, quindi, l’odierna sentenza con quanto affermato dai tribunali sportivi.

    È inoltre opportuno ricordare che sulla base di identici presunti atti criminosi la Procura di Torino decise di archiviare per l’assenza di reati. Nel dispositivo di sentenza vengono contestate 3 presunte frodi. Per la frode inerente la partita Udinese-Brescia, Jankulovski venne espulso per un’aggressione. Pinzi, Muntari e Di Michele non erano diffidati ed hanno giocato contro la Juventus. Così come le contestazioni mosse all’ex A.D. bianconero sulle griglie arbitrali ed i sorteggi pilotati sono state già ampiamente smentite (assoluzione corte d’appello Roma per Bergamo e Pairetto sorteggi arbitri). Altresì non si comprende il motivo per il quale i notai ed i giornalisti presenti in tale circostanze non siano stati indagati.

    Cassarà e Gabriele condannati dalla giustizia sportiva ma assolti da quella ordinaria. Dondarini assolto dalla giustizia sportiva (in seguito ha quindi continuato a svolgere la sua mansione) ma condannato in quella penale. E tutto sulla base della stessa documentazione processuale. Ci pare sufficiente per poter affermare che qualcosa non torna.

    Assolti, infine, arbitri e guardalinee (in totale 7) inquadrati dalla giustizia sportiva come uomini del presunto sistema Milan, mentre condannati i 3 di quello ascrivibile in via presunta alla Juventus.

    È indubbio che ci aspettavamo qualcosa di diverso. I giudici suono uomini, ed in quanto tali condizionabili dalle enormi pressioni mediatiche attorno al caso. Non dimentichiamo inoltre le conseguenze penali e civili in caso di totale assoluzione in primo grado.

    Il difensore di Antonio Giraudo ha già affermato che ricorrerà in appello per sovvertire l’errore giudiziario. Siamo assolutamente certi che la sentenza verrà totalmente riformata.

    Resta immutata la posizione della nostra Associazione in merito ai noti fatti. La Juve ed i suoi amministratori non hanno mai posto in essere comportamenti tesi ad alterare l’esito delle competizioni sportive. Ci aspettiamo quindi la restituzioni dei titoli di Campioni d’Italia numero 28 e 29.

    Immutata resta inoltre la portata dei nostri ricorsi ancora pendenti in sede italiana e comunitaria. La violazione del diritto alla difesa, l’eccesso della pena ed il danno economico patito oltre misura, sono e restano elementi più che validi per sovvertire le assurde sentenze sportive.
    Udinese-Brescia del 26 settembre 2004 arbitrata da Dattilo

    L’arbitro Dattilo aveva in questa partita espulso il terzino ceco Jankulovski e ammonito Pinzi, Muntari e Di Michele. Il tutto, secondo gli inquirenti, in maniera fraudolenta, tanto che, addirittura, lo si riportava nelle richieste di rinvio a giudizio.
    Peccato che i tre giocatori ammoniti non fossero diffidati e giocarono contro la Juve!
    Quanto a Jankulovski, tutti gli appassionati di calcio ricordano la mega-rissa scatenatasi negli ultimi minuti della partita, allorquando il bresciano Mannini insaccò nella porta udinese il 2-1 finale, nonostante il portiere friulano De Sanctis giacesse infortunato a terra. Jankulovski fu espulso fraudolentemente, secondo i Pm. Tanto fraudolentemente che sferrò un cazzotto a un avversario. Tanto fraudolentemente che il tutto avvenne su segnalazione del guardalinee, a cui non viene imputato assolutamente nulla.
    Dattilo avrebbe, ad ogni modo, davvero potuto espellere metà squadra, ma non lo fece.
    Ecco: questa stessa considerazione venne fatta da Giraudo al telefono con Moggi al termine della partita. “Se è sveglio gli fa fuori mezza squadra…”
    Figurarsi addirittura che alcuni mezzi di informazione, nella fase iniziale di Calciopoli, scrissero, errore o frode?, che questa telefonata era avvenuta il sabato, ossia prima della partita!
    Una considerazione, quella di Giraudo che, per quanto maliziosa, non può essere base di alcuna frode, di nessun accordo, anzi al massimo ne costituisce l’esatta negazione.

    Juventus-Lazio del 5 dicembre 2004 arbitrata da Dondarini

    Juventus-Lazio termina 2-1 per la Juve. Non ci sono grossi episodi arbitrali su cui discutere: un presuntissimo rigore su Simone Inzaghi nel finale, e un fallo di Ibrahimovic che avrebbe potuto costargli un presuntissimo cartellino di più. Questo, secondo gli inquirenti. Anzi, secondo il sito della Lazio. Eh sì, perché gli inquirenti, per analizzare la partita obiettivamente, scelgono di far riferimento al sito Internet della squadra biancoceleste.
    In più, c’è addirittura un possibile rigore non concesso allo stesso Ibra.
    Telefonate di Giraudo prima della partita? Nessuna. Per nessuna si intende esattamente nessuna.
    Prima della partita, c’è un’altra cena, è vero. Dirigenti juventini e designatori. Ci sono dei regali di Natale per loro, emerge dalle intercettazioni. Ma, per quanto gli inquirenti si sforzino di ammiccare a tentativi di corruzione, nulla emerge a riguardo, né dalle intercettazioni né da successivi riscontri. Niente di niente.
    C’è questa cena, prima delle designazioni, sui cui contenuti ovviamente nulla si può dire.
    Una cena che non costituisce alcuna violazione di alcun regolamento.
    Per la partita viene designato Dondarini, e Moggi, nel suo consueto colloquio telefonico con Alessia, della segreteria juventina, si bulla di conoscere già i nomi degli arbitri designati. Ripetiamo: tali nomi gli potevano essere stati riferiti da giornalisti presenti al sorteggio, se non addirittura in alcuni casi pervenuti a mezzo stampa, come per tutti. Non si ravvisa alcun comportamento fraudolento.
    Moggi chiederà poi a Baldas, moviolista del Processo, di non insistere su eventuali errori di Dondarini, anche ai danni della Juve.
    Ecco qua. Ecco tutto.
    E Giraudo, direte voi? Ci state prendendo in giro?

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