Arbitro-bookie con la complicità dell’Aia

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Nuovi scenari, nuove scoperte, nuovi coinvolgimenti nello scandalo scommessopoli: anche un arbitro, infatti, è stato coinvolto nella vicenda, scoprendo che fosse un dipendente di una società inglese di bookmakers. Il fischietto in questione è Claudio Gavillucci, della sezione di Latina, arbitro di Cremonese – Spezia, la partita della papere del portiere Paoloni, oggi agli arresti domiciliari.

Il retroscena di maggiore gravità, però, riguarda il fatto che l’Aia fosse a conoscenza del ruolo dell’arbitro nella società di scommesse inglese, la Stanleybet del gruppo di Erodiani, anche perchè annualmente i fischietti sono tenuti alla compilazione di un documento che attesti la loro professione ed i loro rapporti contrattuali in corso: l’Aia, dunque, era a conoscenza di tutto ma non ha mai preso alcun provvedimento, consentendo a Gavillucci di dirigere della gare quotate nell’ agenzia di scommesse di cui lui stesso era dipendente, in barba a qualsiasi regola da rispettare.

I primi di giugno, però, Gavillucci decide di dimettersi dal ruolo di bookie, in concomitanza con l’esplosione dello scandalo scommesse: una decisione, quantomeno, tardiva.

Ecco, quindi, che la sua posizione e quella dell’ Aia ( che era informata sui fatti) dovrà essere verificata: nella vicenda, paradossalmente, il ruolo dell’agenzia di scommesse è quello meno torbido, poichè risulta che nel 2008 avrebbe inviato una richiesta formale di informazioni all’Aia, firmata dal Ceo del bookie John Whittaker, inerente l’eventuale incompatibilità del ruolo dell’arbitro Gavillucci con il ruolo di bookie.

L’Aia, però, pur ricevendo la richiesta, non ha mai dato risposta in merito alla questione: una grave mancanza, soprattutto alla luce dello scandalo esploso in questi giorni.

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