E’ morto Manute Bol, gigante dell’NBA e secondo miglior stoppatore di tutti i tempi

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Si è spento la scorsa notte all’età di 47 anni all’ospedale di Charlottesville, in Virginia negli Stati Uniti, il cestista sudanese Manute Bol. Affetto dalla sindrome di Stevens-Johnson, una rara malattia della pelle, Bol fu il più alto giocatore di basket del suo tempo a giocare nell’NBA con i suoi 2.31 metri di altezza e battuto solo da Gheorghe Muresan qualche anno più tardi.
Il sudanese passò alla storia per essere stato il secondo miglior stoppatore dell’NBA nella classifica di tutti i tempi (2086 e 3.34 di media a partita) dietro soltanto ad Hakeem Olajuwon e la migliore matricola stoppatrice della Lega con 5 stoppate di media a partita (397 in totale) alla sua prima stagione in NBA (ne fece 4 in una sola azione!).

Scelto dai Washington Bullets con il numero 31 al secondo giro del draft nel 1985, Bol rimase nella franchigia della capitale fino al 1988 (239 presenze) per poi passare ai Golden State Warriors restandovi per soltanto due stagioni (155 presenze); nel 1990 si trasferì ai Philadelphia 76ers dove giocò per due anni con il suo grande amico Charles Barkley e totalizzando 211 presenze con la franchigia della città dell’amore fraterno. Nel 1993 iniziò il suo calvario con gli infortuni che lo costrinsero in successione a Miami e poi di nuovo a Washington, Philadelphia e Golden State nel 1995 a saltare quasi per intero le stagioni (in due anni solo 19 presenze).
Alto ed esile, Bol con il passare degli anni migliorò il suo tiro dal perimetro con una discreta percentuale sebbene non fosse un realizzatore eccezionale: infatti le sue cifre in carriera parlano di un numero maggiore di stoppate (2086) rispetto ai punti realizzati (1599).

Terminata l’avventura nell’NBA all’età di 33 anni, Bol sbarcò in Italia alla Libertas Forlì dove venne accolto da campione ma la sua permanenza nel nostro Paese fu breve (solo 2 partite) perchè venne tagliato dal club romagnolo decidendo così di tornare in patria e concentrarsi sulle sue fondazioni a favore del Sudan. Bol infatti, oltre che nel basket, si distinse anche per il suo impegno umanitario devolvendo tutti i suoi proventi alle varie organizzazioni da lui fondate.
Di lui si racconta che, ancora ragazzo, uccise un leone a mani nude, secondo alcuni, con una lancia secondo altri.

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