Genoa Napoli 3-2, Grifoni vendetta col brivido

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Rodrigo Palacio | © Marco Luzzani/Getty Images

Una partita dai due volti quella che ha visto protagonisti il Genoa di Marino e il Napoli di Mazzarri. I grifoni vendicano l’onta della pesante sconfitta subita poche settimane fa al San Paolo, vincendo una gara importante ma con qualche brivido di troppo per come si erano messe le cose.

Un match tutto sommato equilibrato e noioso fino al 31°, minuto nel quale il solito Palacio s’inventa un gol straordinario, con un destro al volo da fuori area che si va ad insaccare sotto la traversa battendo l’incolpevole De Sanctis. Passano pochi minuti ed è il neo bomber rossoblu Gilardino a siglare il punto del raddoppio con un gol dei suoi, l’attaccante biellese è, infatti, bravo a sfruttare un bel cross del figliol prodigo Beppe Sculli e a mettere, di testa, alle spalle del numero uno partenopeo. Si va al riposo sul 2-0 per i padroni di casa e con poche notizie pervenute dalla parte ospite.

La ripresa si apre sullo stesso leitmotiv del primo tempo, il Genoa ad amministrare e il Napoli spento e poco propositivo, con un Lavezzi nella veste di predicatore nel deserto. I maggiori pericoli alla porta di Frey arrivano da tiri dalla distanza, il più pericoloso è quello di Gargano al 60°, ma il portierone francese si fa trovare pronto. Qualche minuto dopo ci pensa Hamsik, ben servito da Dzemaili fra le linee, a presentarsi a tu per tu con l’estremo difensore genoano, ma lo slovacco non è freddo e da buona posizione spara sul numero uno in uscita.

Rodrigo Palacio | © Marco Luzzani/Getty Images

Dal possibile 2-1 al 3-0 è questa la legge non scritta del calcio, ed è ancora Palacio a mettere quella che pensava potesse essere la pietra tombale sulle velleità del Napoli, con una grande azione di rimessa l’attaccante argentino sfrutta un bell’assist del Gila ed incrocia di piatto destro sul palo lungo, lì dove De Sanctis non può arrivare. Pratica chiusa si pensa, ed invece, ecco che Mazzarri ricorre alla sua arma segreta, tenuta in panchina per il benedetto turn-over, si tratta ovviamente di Cavani. El matador entra e cambia subito le carte in tavola, fornendo inoltre una spalla all’altezza a quel povero diavolo di Lavezzi, che si danna l’anima per 80′ senza trovare appoggi dai compagni. Non è un caso che proprio il duo sudamericano confezioni in un minuto due gol che valgono il 3-2, che riaprono la partita e stordiscono un Genoa ormai sicuro di avere i 3 punti in tasca. Passato lo spavento però, i padroni di casa riprendono in mano la gara e non concedono più nulla fino alla fine della gara, se non un tiro da fuori di Dzemaili che testa ulteriormente i riflessi di Frey.

La gara si conclude con la vittoria dell’undici di Marino e con la squadra di Mazzarri che trae due insegnamenti fondamentali, il primo è che non può prescindere da un giocatore come Cavani ed il secondo è che per essere grandi non si può concedere ad una squadra tecnicamente inferiore, almeno sulla carta, 80 minuti di possesso del pallino del gioco.

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