Giulia Domenichetti, colonna della Torres, si racconta

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Giulia Domenichetti | © Alessandro Sanna

Quando si parla di Torres femminile non si può non pensare a quella che è una vera e propria colonna della compagine rossoblù sarda, ovvero Giulia Domenichetti.

Nata ad Ancona, il centrocampista classe ’84, è alla undicesima stagione con la casacca della Torres, maglia che ha lasciato per un’unica parentesi, nel 2011/12 quando ha giocato nel Chiasellis. 

Veniamo a conoscere meglio questa calciatrice che ha vestito anche la maglia della nazionale maggiore femminile disputando anche tre edizioni dei campionati europei.

Giulia Domenichetti | © Alessandro Sanna
Giulia Domenichetti | © Alessandro Sanna

Come ti sei avvicinata al calcio? Perchè hai deciso di praticare questo sport?

Ho due fratelli con i quali da piccola giocavo a calcio. Ho praticato anche altri sport ma poi ho iniziato a giocare nei tornei scolastici. Crescendo sono passata a giocare con la Vigor Senigaglia in Serie B prima di essere acquistata dalla Torres.

 

Hai un calciatore a cui ti ispiri, un Idolo?

Mi piaceva molto Henry.

Giulia Domenichetti | © Alessandro Sanna
Giulia Domenichetti | © Alessandro Sanna

Sei una centrocampista molto duttile, ti abbiamo visto ricoprire diversi ruoli, qual è il tuo preferito?

Questa per me è una domanda molto difficile a cui rispondere, ho giocato in diversi ruoli, dal terzino destro, all’attuale ruolo di ala destra. Diciamo che mi piace molto giocare sul lato destro del centrocampo, magari anche in una posizione meno esterna, comunque come detto preferisco agire in quella zona del campo.

 

Hai tanta esperienza in Champions League, anche quest’anno con la Torres avete superato il primo turno prima di venire eliminate nettamente dal Francoforte, cosa manca secondo te alle squadre italiane per poter competere a livello europeo?

La più grande differenza è sicuramente il livello d’intensità e di fisicità che si trova in campo europeo, il livello della Serie A purtroppo è basso e non c’è l’abitudine a certi ritmi. Per cercare di competere c’è bisogno di un lavoro alla base, c’è bisogno di riforme, non basta più ridurre il numero delle squadre come accaduto in passato. Le altre nazioni hanno fatto passi avanti, noi indietro.

Le ragazze della Torres | © Alessandro Sanna
Le ragazze della Torres | © Alessandro Sanna

Rimanendo in tema internazionale, c’è una calciatrice di un campionato estero con la quale ti piacerebbe giocare?

Direi Simone Laudehr, l’avevo già affrontata durante gli Europei ed ho avuto modo di sfidarla nuovamente quest’anno in Champions League nello scontro con il Francoforte.

Capitolo Nazionale, della quale sei stata protagonista per anni, come si supera la delusione per la mancata qualificazione al mondiale?

Si deve ripartire, come farlo starà a chi ci lavora. Bisogna inserire le giovani talentuose in un contesto di gruppo esperto che abbia una base solida per poter guidare le giovani che, anche se di talento e di prospettiva, devono essere orientate dalle compagne più esperte in modo che non rimangano spaesate.

Veniamo all’attualità, la Torres nell’ultimo mercato ha perso diverse calciatrici, la squadra è stata ampiamente modificata, qual è adesso il vostro obiettivo stagionale?

L’obiettivo è quello di cercare di creare “una squadra” i cambiamenti sia di organico sia a livello societario sono stati molti, per questo servirà tempo e tanto lavoro per cercare di creare il gruppo. Quest’anno con l’allargamento della lotta retrocessione, con i playout che andranno a coinvolgere le squadre sin dal 7° posto, l’obiettivo è quello di piazzarsi tra le prime 6. In questa prima parte di stagione abbiamo fornito ottime prestazioni, talvolta però non sono servite a portare a casa punti. C’è da migliorare in questo, essere magari più ciniche e concrete perchè le grandi squadre riescono a far punti anche nelle giornate in cui non giocano il miglior calcio.

Tra le tue giovani compagne della Torres ce n’è qualcuna che a tuo parere ha il futuro davanti a sè?

Sicuramente Manuela Giugliano ha talento, ma non basta solo quello. Glielo dico sempre, c’è bisogno di unire la testa al talento.

Prima di salutarti e ringraziarti, vorremmo porti l’ultima domanda: secondo te per quale motivo i lettori de “Il Pallonaro” dovrebbero avvicinarsi al calcio femminile?

E’ uno sport genuino, in un ambiente genuino che non è stato contaminato dalle brutte sfumature che spesso si vedono nel calcio maschile.

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