Il Giro d’Italia con il bambino in braccio, in volata è sempre Cavendish

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Mark Cavendish vince in volata la quarta tappa | © LUK BENIES/AFP/GettyImages

Tappa pianeggiante, per velocisti, volatone, Cavendish.
Potrei concludere qua il resoconto della tappa di ieri, ma da bravo cronista sarò scrupoloso e cercherò di allietare la vostra lettura con delle note di costume, in vista delle prime tappe con delle salite che arriveranno da domani.
Parte la solita fuga velleitaria, vecchia conoscenza delle prime tappe di questo Giro, ripresa dalle squadre dei velocisti. Rimini, Riccione, Gabicce Mare, Fano, i corridori attraversano le note località turistiche, forse per questo ci si apettava una giornata tranquilla, magari con i ciclisti con un ghiacciolo in mano che ci provano con le belle svedesi come i Vitelloni nei film degli anni Settanta. Invece quella che doveva sembrare un’allegra passeggiata di salute è stata una corsa sfrenata a quasi 50 chilometri all’ora sulle strade dell’Adriatico.

Mark Cavendish vince in volata la quarta tappa | © LUK BENIES/AFP/GettyImages
Da segnalare una caduta che ha lasciato indietro alcuni velocisti importanti, come ad esempio Hushovd, che si sono trovati staccati e non sono riusciti a rientrare in tempo per la volata. Ecco, probabilmente loro ne hanno approfittato per fischiare dietro alle rare straniere che circolano in questo periodo sulla Riviera Romagnola.
Nulla da segnalare per la classifica generale, il lituano col cognome impronunciabile che chiameremo semplicemente “Il lituano col cognome impronunciabile” continua a mantenere la maglia rosa, che presumibilmente perderà nella nervosa tappa di domani.

Nota di costume: Cavendish è salito sul podio con la figlia, che ha poco più di un mese. Chissà se vuole farla conoscere a mio figlio, magari si piacciono e io mi ritrovo consuocero di una campione del mondo. Il casino vero sarà invitarlo a pranzo, mica posso preparare la consueta pasta al forno e il polpettone a un velocista! Quindi mi sa che niente, per mio figlio troverò una fidanzata con un consuocero che mangia normalmente. Non sarà un campione del mondo, ma almeno alla fine del pranzo non mi dovrò vergognare a offrirgli il limoncello.
Io e mio figlio andiamo a scaldarci per la tappa nervosa di oggi, magari pedaliamo un po’ ciascuno visto che ci sono delle salite.

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