Lega serie A: ancora nulla di fatto per l’accordo diritti Tv

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La riunione attesissima di Lega calcio di serie A di questo pomeriggio si è conclusa con un nulla di fatto, ossia nessun disgelo fra le due fazioni contrapposte formate dalle cinque big (Juventus, Milan, Inter, Napoli, Roma) e dalle altre quindici medio – piccole.

Al centro della diatriba, sempre la questione dei 200 milioni di euro per i diritti televisivi, pari a circa il 25% del totale, da suddividere secondo la legge Gentiloni – Melandri fra le venti squadre di serie A sulla base di particolari criteri.

Nelle settimane precedenti la questione era stata già ampiamente dibattuta ed affrontata in modo duro dalle due parti con polemiche accese che avevano coinvolto – tra gli altri – Tommaso Ghirardi del Parma, Lo Monaco del Catania, Ernesto Paolillo dell’ Inter, Adriano Galliani per il Milan.

Nel Consiglio straordinario di Lega del mese di Aprile, si era deciso a maggioranza (con il voto favorevole delle quindici medio piccole) di dare mandato a tre società demoscopiche di valutare ed individuare i bacini d’utenza delle diverse società di serie A, per provvedere poi, alla luce di tali rilevazioni, all’assegnazione delle rispettive quote di diritti televisivi.  Ma le cinque big, subito dopo lo smacco subìto, hanno riunito prontamente in uno studio legale di Milano i loro consulenti ed avvocati, presentando ricorso contro tale decisione e sottolineando come vi fosse una non correttezza nell’interpretazione della ratio della legge, tale per cui la parola tifoso andava a coincidere, erroneamente, con quella di semplice simpatizzante, a vantaggio delle medio – piccole.

Proprio alla vigilia di Pasqua, il 22 Aprile, il ricorso presentato aveva congelato le decisioni prese nella precedente Assemblea del 15 Aprile, in cui si erano, appunto, deciso di designare come società incaricate Doxa, Crespi, Sport + Markt.

Alla luce di un clima di siffatta spaccatura interna, Maurizio Beretta, presidente di Lega Calcio di serie A, aveva annunciato la necessità di operare in chiave collaborativa sottolineando la necessità di ritornare a discutere in assemblea della delicata e controversa problematica.

Il nodo della vicenda è, comunque, sempre lo stesso: se non si adotterà il buon senso si finirà soltanto per far proseguire ad oltranza lo scontro del muro contro muro in un clima di tensione e di paralisi totale dell’attività della Lega Calcio stessa, che non porterà a risvolti positivi per nessuna delle due fazioni coinvolte:  del medesimo avviso è anche il presidente rosanero Maurizio Zamparini, uno dei “nonni” della Lega Calcio, come lui stesso si è definito.

Nell’assemblea di oggi, intanto, convocata in seduta straordinaria, non si è riusciti a raggiungere il necessario numero legale di partecipanti in quanto erano presenti soltano i rappresentanti di Juventus, Milan, Inter, Roma e Napoli, (il fronte delle cinque big è rimasto, dunque, unito), oltre che Gino Pozzo junior in rappresentanza dell’Udinese, e Maurizio Zamparini in rappresentanza del suo Palermo.

Si attende, ora, il verdetto della Corte di Giustizia federale che si riunirà domani mentre la prossima assemblea è convocata per il 16 Giugno. E’ scontato che non saranno i legali a poter risolvere tale spinosa questione ed è necessaria una concertazione fra i presidenti dei venti club riuscendo a raggiungere, così, una ragionevole mediazione nell’interesse delle società e dell’immagine del calcio italiano.

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