Massimo Ferrero, primo ciak da ultrà in giacca e cravatta

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Massimo Ferrero | Foto Twitter

Non era facile e non è ancora facile per i tifosi sampdoriani abituarsi da una gestione della società con una presidenza silenziosa, con stile ed eleganza ad una gestione fatta di proclami, apparizioni in Tv e di tanto anticonformismo. La prima in casa di campionato per la Sampdoria era attesa un po’ da tutti, oltre a vedere i ragazzi di Mihajlovic alle prese con un avversario per nulla morbido c’era anche da osservare il nuovo Presidente, vedere come seguiva la partita e la sua vulcanica e attiva presenza.

Tutto è andato per il meglio, tifosi e proprietà in visibilio per la squadra che ha regolato il Torino europeo con un netto 2-0. Ferrero arriva in tribuna al “Lugi Ferraris” poco prima dell’inizio della gara, è sorridente e visibilmente emozionato.

Mentre la Sampdoria si organizza in campo e prende le misure al Torino si vede che è concentrato, quasi come fosse lui in campo a dover ragionare e correre per non fare passare i granata che a tratti sembra possano prendere il pallino del gioco, ma è solo un fuoco di paglia perché i blucerchiati fanno un ottimo lavoro sia a centrocampo che in difesa, in pratica il Torino prova a fiammate in velocità a salire verso l’area di Viviano ma non riesce mai a rendersi pericoloso. Nonostante il lunch-match sia soporifero per natura, Ferrero rimane vivo e attento anche quando tra una pacca sulla spalla ed un “batti il cinque” con sorriso cercano di distrarlo dalla sua creatura.

La Sampdoria si porta in vantaggio grazie alla punizione di Gabbiadini, prima dell’esecuzione il Presidente è in piedi attento, come qualsiasi ragazzo della Gradinata Sud, mancano solo le braccia alzate che vibrano e l’ “Ohhhhhhh…” che sono il preludio alla rete. La palla s’insacca e lui scatta, si abbraccia con i collaboratori, stringe mani e sorride felice, sempre come qualsiasi ragazzo del settore popolare.

Sempre con lo stesso atteggiamento vive la pausa tra il primo ed il secondo tempo, selfie, saluti, mani strette a tutti e qualche chiacchera, stavolta con il volto serio e nel frattempo chiamato da qualcuno nel settore affianco saluta sorridendo di nuovo insomma una presenza in toto, da padrone di casa a amico di tutti.

La ripresa rimette in lui un po’ di apprensione, il Torino fa entrare Amauri e cerca di raddrizzare la partita e lui torna un po’ serio ed un po’ divertito, concentrato ed al tempo stesso in balia dell’atmosfera festosa del “Ferraris” fino alla corsa folle di Okaka che chiude il match.

La segue con il fiato trattenuto, come la Gradinata Sud, rimane dapprima sorpreso nel vedere il poderoso attaccante andare via ai difensori granata, poi tutto d’un fiato lo segue sulla fascia, mentre si accentra verso l’area e nel momento in cui Okaka sembra aver perso il pallone, come tutto lo stadio, aspetta per vedere come va a finire. Incredibile Okaka ha saltato l’ultimo difensore e tira, la palla s’insacca alla destra di Padelli. Massimo Ferrero salta, si dimena e di nuovo baci e abbracci con chi gli si para davanti, uno spettacolo nello spettacolo, finita l’euforia arriva la consapevolezza che ormai la sua Samp è irraggiungibile per il Torino di Cairo, insaccato sul suo seggiolino nella stessa tribuna. A Ferrero torna il volto serio per un attimo e scappa un bel sospiro, il primo ciak a Marassi è andato bene.

Massimo Ferrero | Foto Twitter
Massimo Ferrero | Foto Twitter

Finita la gara il Presidente scende in campo, saluta la Gradinata Sud tra gli applausi e poi viene chiamato sotto la stessa a gran voce, lui saluta, sorride da ogni parte, ci pensa e poi va dai suoi sostenitori a ringraziarli. Nel post partita è sciolto e dichiara:

“Abbiamo fatto una grande partita sono molto contento di questo successo. Questa è la mia Samp!”.

Poi torna sullo stato emotivo che lo ha coinvolto:

“E’ stato più emozionante di Palermo perché stavo avanti a questi meravigliosi tifosi che ci mettono anima e cuore. Ora devono venire anche in trasferta perché abbiamo bisogno di loro!”

L’augurio del Presidente blucerchiato è che i propri sostenitori possano, pur condividendo la loro battaglia, superare le divergenze legate alle trasferte previa tessera del tifoso, mai digerita dalla Gradinata Sud.

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