San Siro resta tabù, Milan fermato dall’Anderlecht

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Kevin Prince Boateng al momento della sostituzione | ©Claudio Villa/Getty Images

Termina a reti bianche la sfida tra Milan-Anderlecht, valida per la prima giornata della Fase a gironi di Champions League. Un pareggio che non aiuta la condizione psicologica della squadra rossonera, tanto meno quella del tecnico. Allegri rischia, lo sa, e dopo lo 0-0 di ieri sera serpeggia in Via Turati il desiderio di voltare pagina. In questo senso Udine diventa una tappa fondamentale, crocevia chiave per l’intera stagione del Milan. Tornare al gol, ma sopratutto alla vittoria, darebbe ossigeno puro alla squadra e un’esame in più per il livornese. La volontà nello proseguire insieme è stata ancora una volta espressa nella giornata di ieri da Adriano Galliani, ma è normale che l’allenatore di un club come quello rossonero debba sempre confrontarsi con i risultati. Quando questi vengono a mancare, va da sé che la fiducia intorno a lui può scemare, fino all’inevitabile licenziamento. I segnali lanciati dalla squadra contro i campioni del Belgio non sono incoraggianti. San Siro d’altronde ha palesato chiaramente ciò che prova in questo momento, il più difficile se consideriamo la sola gestione Allegri.

Primo tempo da brividi per il Milan, con l’Anderlecht capace di tenere maggiormente palla nonostante difronte abbia quelli che fino a due anni fa erano considerati i maestri del palleggio. Le scelte iniziali del tecnico toscano non sortiscono l’effetto sperato. Boateng è ancora lontano dalla migliore forma fisica, mentre Pazzini non riceve quasi mai il pallone, nonostante il modulo prevedesse un uomo in più (Emanuelson) deputato a servire cross importanti per la testa dell’ariete rossonero. L’ex centravanti di Inter e Samp appare ancora poco mobile lì davanti, corpo estraneo alla “manovra” della squadra. La più ghiotta occasione nella prima frazione di gioco capita fra i piedi di Flamini, servito ottimamente da Emanuelson, ma il francese spreca la palla del possibile vantaggio. Per il resto è più Anderlecht che Milan, con Abbiati bravo a sventare i pericolosi attacchi degli ospiti. La ripresa inizia subito con l’occasionissima per Biglia, a cui risponde El Shaarawy (entrato al posto di Boateng), che di testa per poco non trova la rete dell’1-0. Con l’ingresso del Faraone i rossoneri appaiono più volitivi. La catena di destra è quella che convince di più, anche grazie a un bravissimo De Sciglio. Il giovane terzino destro serve un cross perfetto per l’inserimento di Pazzini che manca di un soffio la deviazione vincente. L’ultimo sussulto alla gara lo da Emanuelson che in corsa spara alto da posizione difficile, dopo l’ennesima discesa dalla sinistra di El Shaarawy. Finisce tra i fischi di un San Siro deluso. La musica della Champions stavolta non ha aiutato il Diavolo.

Kevin Prince Boateng al momento della sostituzione | ©Claudio Villa/Getty Images

Milan-Anderlecht le pagelle

De Sciglio 6,5: insieme al rientrante Mexes è il più brillante del reparto difensivo rossonero. La personalità del ragazzo classe ’92 è importante.
De Jong 5: a tratti imbarazzante la prova dell’olandese. In fase di palleggio sbaglia tanto, troppo quando sei in mezzo al centrocampo del Milan.
Boateng 4: il ghanese è fuori forma. Come aggravante, il numero 10 del Milan cerca sempre la conclusione personale anziché il passaggio ai compagni.
Pazzini 5: fa davvero poco per smarcarsi dal suo diretto avversario. Il gioco dei rossoneri non lo aiuta, ma anche lui non è esente da colpe.
El Shaarawy 6,5: entra in campo ad inizio ripresa e dopo cinque minuti ha subito il pallone dell’1-0. Mostra costanti segnali di crescita dal punto di vista fisico.
Allegri 5: si ostina ad utilizzare dal primo minuto Boateng anche se fuori condizione. Ancora una volta non convincono i cambi, specialmente Emanuelson sostituito nel finale da Constant. Perché non mettere una punta in più (Bojan)?

GLI HIGHLIGHT DI MILAN-ANDERLECHT

 

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