Milan, la vetta avvelenata. Zamparini lascia il calcio

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Il Milan torna in vetta alla classifica dopo due anni e si appresta a vivere il derby con il morale alle stelle e sopratutto con i cugini nerazzurri finalmente dietro costretti a dover rincorrere. Sulla vittoria dei rossoneri con il Palermo pesa però l’operato di Banti reo per aver penalizzato oltremodo la squadra cara al presidente Zamparini tanto da esasperarlo e decidere di abbandonare il calcio (almeno per il momento).

Il 3-1 finale potrebbe indurre a pensare ad una supremazia rilevante o ancor più a errori non cosi importanti per il fluire della gara ma a far rabbrividere dell’operato di Banti è stata la gestione della partita, dai cartellini fino agli episodi più degni di nota.

Allegri, sportivamente, ha ammesso le sviste arbitrali ma non è bastato a far placare gli animi del Palermo ed evitare le critiche ad una classe arbitrale sempre più a disagio per il calcio italiano.

Il comunicato di Zamparini:

“Ho dato l’incarico di individuare un “Advisor” (banca o altro) cui affidare l’incarico della vendita delle quote della società di calcio del Palermo. La mia decisione è “netta” anche nella sofferenza che provo lasciando una tifoseria bellissima come quella palermitana con la quale sono legato da profondo e reciproco affetto.

Certamente la nuova proprietà della società dovrà essere di livello tale da garantire il mantenimento degli obiettivi: di un grande club. Il tutto è dovuto dal fatto che mi sento ed esco sconfitto da un mondo pseudo – sportivo, dove, malgrado la mia lotta ultra venticinquennale, i valori sportivi sono sempre più spariti e dove regnano i poteri economici e mediatici di 3 – 4 club che solo fra loro vogliono con ogni mezzo dividersi gli scudetti.

Stanco di lottare anche per la mia non tenera età, spero di lasciare il timone a personaggi più giovani che abbiamo l’entusiasmo e la forza per fare, lottare e cambiare in meglio “dove” io non sono riuscito: riportare il mondo del calcio nell’ambito dello “Sport” e dei suoi valori veri, assicurando gare dove con reciproche garanzie di equità e lealtà sportiva possano sempre vincere ad “armi pari” e “ i migliori”.

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