NBA, Gallinari devasta i Lakers. Thunder e Miami senza freni

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La grinta di Gallinari dopo la tripla decisiva contro i Lakers | ©Stephen Dunn/Getty Images

LAKERS – NUGGETS 105-112: Eterna incompiuta, in questa stagione si intende. La squadra di Mike D’Antoni perde in casa anche con Denver. Sorride Gallinari (20), e non può essere altrimenti, perché una sua tripla nel concitatissimo finale ha di fatto consegnato ai Nuggets un successo importantissimo in chiave play-off. A 13 secondi dalla fine una bomba del Gallo manda ai titoli di coda la partita (108-102), nonostante i 20 punti nell’ultimo quarto di un immenso Bryant, che con due triple da fantascienza nel finale aveva ridato fiato e speranza ai tifosi dello Staples Center. L’urlo Lakers Lakers Lakers è però rimasto in gola a molti quando il nostro Danilo Gallinari ha ammazzato l’incontro sia con il tiro dall’arco sia con gli ultimi due liberi della serata, che hanno fissato il risultato finale sul 112-105 per gli ospiti. Poteva essere, ma non è stata, la partita di Dwight Howard. Dopo aver raggiunto la doppia doppia (10 punti, 10 rimbalzi) in appena 14 minuti di gioco, l’ex centro di Orlando ha perso un pallone decisivo sul 101-97 con ancora due minuti da giocare, errore capitalizzato al meglio da Andre Miller, che riportava a più 6 Denver. Ma c’è di più, perché Dwight poteva ancora diventare l’eroe della serata quando a 16 secondi dalla sirena col punteggio di 105-102 per i Nuggets si esibiva in una tremenda stoppata ai danni dello stesso Andre Miller. Dove va a finire però il pallone? Già, a Gallinari, che da tre punti inchioda il match sul 108-102. Quell’alchimia di squadra tanto desiderata sia da Howard che da Mike D’Antoni sembra essere piuttosto lontana. E la classifica inizia ad essere qualcosa di cui preoccuparsi per i giallo-viola californiani. Anche se hai un Bryant che ti inventa bombe impossibili o ti segna 20 punti nell’ultimo quarto.

La grinta di Gallinari dopo la tripla decisiva contro i Lakers | ©Stephen Dunn/Getty Images
La grinta di Gallinari dopo la tripla decisiva contro i Lakers | ©Stephen Dunn/Getty Images

PISTONS – BOBCATS 101-108 (OT): Sorpresa. Charlotte ancora non sa come sia riuscita ad espugnare il campo dei Pistons. Sotto di due a pochi secondi dalla sirena lunga, una fantastica penetrazione di Kemba Walker (top scorer dei suoi con 20 punti) ha mandato la partita all’overtime, dove la franchigia “amministrata” (non c’è bisogno di spiegare le virgolette) da Jordan ha devastato Detroit con un parziale di 12-5, con sei punti di un prezioso Tyrus Thomas. Dopo 18 sconfitte consecutive, Charlotte ha prima battuto i Bulls allo United Center, perso di due contro i Cavaliers, e vinto stanotte a Detroit. Che qualcosa stia cambiando?

RAPTORS – THUNDER 92-104: C’è nessuno a Toronto? KD (22) e Westbrook (23), con la collaborazione di Ibaka (19), spazzano via i Raptors a domicilio nonostante il maggiordomo di casa Alan Anderson piazzi la partita della vita con 27 punti in 33 minuti di gioco (career-high). Partita tutto sommato equilibrata nel primo tempo, chiuso dai Thunder avanti di due lunghezze. Nel terzo quarto però si sveglia Westbrook, che mette a referto dodici punti. Ultimo periodo poi di ordinaria amministrazione, con OKC che conferma il miglior record ad ovest (26-7). Chi aveva dei dubbi circa la reale forza in trasferta dei Thunder ha avuto una risposta.

Primo piano di KD | ©Scott Halleran/Getty Images
Primo piano di KD | ©Scott Halleran/Getty Images

SUNS – GRIZZLIES 81-92: Tutti ai piedi di Marc Gasol (10 punti, 12 rimbalzi, 5 assist) e Z-Bo (21), che conducono Memphis alla vittoria sul parquet dei Suns. Importante contributo anche di Rudy Gay (20) per il terzo successo nelle ultime cinque partite disputate dai Grizzlies. Partita quasi sempre in mano agli ospiti, con i padroni di casa che mandano in doppia cifra soltanto due giocatori, P.J. Tucker (17) e Marcin Gortat (12).

HEAT – WIZARDS 99-71: Solo un pazzo poteva forse pensare che gli Wizard uscissero dall’A.A. con un risultato diverso dalla sconfitta, con Miami reduce dal ko interno contro i Bulls. Ma ormai di pazzi a Washington crediamo ne siano rimasti davvero pochi, perché una squadra che detiene l’invidiabile record di 4-28 in teoria non dovrebbe neanche avere una cheerleader. LeBron James, un po’ il Mufasa della Lega dopo essersi sbloccato lo scorso anno con il fatidico anello, anche ieri ha superato la barriera dei 20 punti per la trentaduesima serata consecutiva in questa stagione, games che diventano come per magia 53 se prendiamo in esame la serie play-off dello scorso anno. Sull’altra sponda il miglior realizzatore dei Wizards è Seraphin, che chiude con 14 punti a referto.

NBA HIGHLIGHTS LAKERS – NUGGETS 105-112

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