Oriali: “Inter? Fatto fuori da Branca”

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Lele Oriali, Maniche e Marco Branca | © GIUSEPPE CACACE/AFP/Getty Images

Ad oltre un anno dal suo divorzio dall‘Inter, Lele Oriali in un’intervista rilasciata in esclusiva alla Gazzetta dello Sport si confessa e spiega, per la prima volta, le motivazioni che hanno portato ad un suo allontanamento dal club nerazzurro al quale era tanto legato da trascorsi ultradecennali sia da calciatore, prima, che da dirigente, poi.

Lele Oriali, Maniche e Marco Branca | © GIUSEPPE CACACE/AFP/Getty Images

La sua collaborazione con la società nerazzurra si concluse nel luglio 2010 quando a Milano approdò Rafa Benitez per sostituire in panchina l’eroe del Triplete Josè Mourinho che nel frattempo si era accasato al Real Madrid. Oriali, come lui stesso spiega, dà la colpa del suo allontanamento dall’Inter all’attuale direttore dell’area tecnica nerazzurra Marco Branca, un dualismo quello tra il “vecchio” ed il “nuovo” che si è accentuato con il passare del tempo e che ha gradualmente portato Oriali ad assumere un ruolo sempre più marginale all’interno della società:

Nemmeno io conosco i veri motivi, dopo 30 anni all’Inter in cui pensavo di aver guadagnato più rispetto e credibilità. Invece sono fuori e non ne conosco il motivo. So soltanto che il presidente si è lasciato convincere da Branca e altri dirigenti che volevano un nuovo progetto senza di me“.

La stima e l’affetto che Massimo Moratti e i tifosi hanno in colui che ha trascorso “una vita da mediano” in nerazzurro, come canta nella sua canzone Luciano Ligabue, è rimasta inalterata tant’è che il presidente, come Oriali racconta, si sarebbe ravveduto dell’errore commesso tempo fa dandogli un benservito inaspettato:

Con il presidente ho parlato prima e dopo. Forse con il tempo ha capito tante cose, ma evidentemente non poteva più tornare indietro. Visti i risultati degli ultimi sedici mesi, sono felice di non aver fatto parte di questo progetto“.

Progetto che, secondo l’ex dirigente, è stato causato dall’inesperienza dei dirigenti prendendo come esempi lampanti la breve era di Rafa Benitez e il flop di Gian Piero Gasperini:

Errori di inesperienza e presunzione in fase di programmazione. Fare il dirigente all’Inter non è semplice. Benitez era un allenatore nuovo, andava supportato da qualcuno che conoscesse bene l’ambiente. Gasperini è stato un errore. Non ho nulla contro di lui ma tutti sapevano come giocano le sue squadre. E allora perché è stato perso tempo, invece di prendere subito Ranieri che era libero anche a giugno? Evidentemente in seno alla società c’è tanta confusione.

Oriali, oggi opinionista Mediaset, conclude la sua intervista lasciando uno spiraglio aperto per un suo ritorno, secondo alcune indiscrezioni recenti molto vicino quando ci fu la gaffe sull’acquisto di Forlan non utilizzabile in Champions League, in nerazzurro un giorno ma ha anche affermato di aver ricevuto diverse offerte dalla Premier, probabilmente, ma senza ammetterlo, anche quella del Manchester City del suo grande amico Roberto Mancini:

L’Inter è sempre nel mio cuore e un giorno chissà. Ma adesso non ci sono le condizioni e io non sono il tipo che pone ultimatum. Non sono più andato nemmeno allo stadio, anche se gentilmente Moratti mi ha lasciato le tessere, proprio per evitare di creare problemi con la mia presenza. Ho ricevuto tre-quattro offerte. Ma l’anno scorso, da gennaio a giugno, ho preferito andare a Manchester da Mancini, approfittandone per fare un corso di inglese. Roberto è stato bravissimo a cambiare mentalità e modo di allenarsi ai giocatori inglesi. E l’idea di tornare a lavorare con lui non mi dispiacerebbe“.

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