Premier League, arbitri registrati dopo il caso Clattenburg

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Premier League, dopo caso Clattenburg gli arbitri saranno registrati
Premier League, dopo caso Clattenburg gli arbitri saranno registrati | © Shaun Botterill/Getty Images

In Italia i problemi sorgono e, tendenzialmente, non vengono affrontati e risolti ma rimandati, in attesa di future soluzioni. Parliamo di problematiche legate al calcio, ma non solo: il nostro Paese dovrebbe prendere esempio dall’efficienza di altre Nazioni che, di fronte ad un problema, cercano di individuarne prontamente la soluzione piuttosto che continuare a discuterne vanamente. E’ questo il caso dell’Inghilterra, che ha deciso di applicare in Premier League una novità importante: arbitri registrati durante le conversazioni in campo con i propri assistenti, al fine di utilizzarle come “prova” in caso di eventuali controversie.

La soluzione adottata ed annunciata dal presidente dell’Aia britannica Mike Riley, è stata studiata a seguito dell’episodio accaduto al direttore di gara Mark Clattenburg, prima accusato di aver rivolto un insulto razzista al calciatore del Chelsea Obi Mikel nella gara di Premier League contro il Manchester United dello scorso 28 Ottobre, e poi scagionato dalla Federazione Inglese che ha deciso di non intraprendere nessuna azione disciplinare nei suoi confronti.

Premier League, dopo caso Clattenburg gli arbitri saranno registrati
Arbitri registrati in Premier League dopo caso Clattenburg  | © Shaun Botterill/Getty Images

Per evitare che si ripetano simili episodi, dunque, le registrazioni delle comunicazioni fra il direttore di gara ed i suoi collaboratori può essere una soluzione semplice ed immediata che, inoltre, potrebbe avere un’applicazione anche più ampia, qualora dovessero sorgere dubbi e problematiche relative alla responsabilità delle decisioni prese in campo, su episodi contestati: gli arbitri registrati, dunque, potrebbero anche beneficiare di questa innovazione anche se, in prima battuta, è stata considerata “invasiva”.
Il mestiere di arbitro, dunque, diviene sempre più complesso e delicato considerando che, oltre alle pressioni su cosa “fanno” e sulle decisioni intraprese, dovranno prestare molta attenzione anche a cosa “dicono”, al tono che usano nelle risposte ai calciatori in campo, cercando di mantenere un comportamento irreprensibile e professionale, all’insegna dell’ “integrità e dell’imparzialità” così come ha sottolineato il presidente dell’associazione arbitrale inglese.

Il sistema arbitrale di casa nostra, per ora, non verrà coinvolto nella “sperimentazione” degli arbitri registrati, ma potrebbe essere uno spunto interessante da considerare per fornire una maggiore trasparenza e prevenire, in alcuni casi, accuse e polemiche.

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