Riccò, confermata l’ autotrasfusione. Il commento del presidente della Wada John Fahey “Caso tragico e disperato”

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Purtroppo i sospetti e le dichiarazioni fatte nei giorni scorsi, sono confermate dai primi esami clinici a cui è stato sottoposto l’ ormai ex corridore Riccardo Riccò. Il modenese ha rischiato di morire per un autotrasfusione probabilmente con sangue trattato male se non addirittura scaduto situazione questa, che ha suscitato grande sdegno soprattutto dai suoi ex colleghi che gli hanno fatto ricordare come Aldo Sassi, prima di morire di cancro, avesse puntato sul suo recupero tendendogli una mano quando nessuno voleva aiutarlo ad uscire dal tunnel della depressione.

Duro è anche il commento del presidente della Wada, l’ agenzia internazionale per il controllo antidoping, John Fahey che definisce Riccò “un caso tragico e disperato”. Sempre lo stesso Fahey ha confermato che si stanno studiando nuove sanzioni per combattere il doping ma che purtroppo, la vittoria sarà molto difficile perché la natura umana porta naturalmente verso l’ inganno e la truffa.

Adesso per Riccò arriveranno altri problemi, accantonata la sua carriera sportiva il modenese, appena si sarà ripreso, dovrà rispondere se l’ autotrasfusione è stata fatta con l’ aiuto di altre persone oppure da solo come dichiarato al dottore durante il primo soccorso in ospedale.

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