Serse Cosmi: la mia verità sul Palermo

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Dietro ogni esonero, così come dietro ogni divorzio, si celano sempre malumori e recriminazioni, dettate dalla rabbia, dalla delusione e dal malcontento per la fine di un qualcosa in cui si era creduto.

Con Zamparini, gli esoneri degli allenatori in panchina sono un fattore più che abituale, al punto che, spesso, non fa in tempo ad “affezionarsi” ad un progetto, che già viene rivoluzionato. Questa volta, è stato il turno di Serse Cosmi, esonerato dalla panchina del Palermo dopo la sconfitta per 4 a 0 nel derby contro il Catania.

Il tecnico, però, anche in virtù del suo forte carattere, non sembra rassegnato a voler esser considerato l’unica causa di una tale debacle, ed ha rivelato i retroscena di un ambiente incandescente come lo spogliatoio rosanero, ripercorrendo le diverse tappe della sua breve parentesi Palermitana, decidendo di esporre la sua versione dei fatti per rispetto dei tifosi, che hanno diritto di conoscere la verità.

Serse Cosmi, così, rivela di essersi sentito in discussione fin dalla prima partita contro la Lazio, persa, nonostante le sue responsbilità fossero limitate in tale circostanza, in quanto, al suo arrivo pochi giorni prima del match, aveva trovato una squadra scioccata dall’esonero di Delio Rossi, ed uno spogliatoio tutt’altro che unito.

Ma, nonostante le numerose difficoltà, il suo lavoro, fatto di entusiasmo e determinazione, aveva iniziato a dare dei risultati positivi, culminati nella sorprendente vittoria contro la capolista Milan al Barbera. Dopo pochi giorni, però, anche a causa degli impegni dei nazionali, il fattore psicologico sul quale il tecnico aveva tanto lavorato, si è sfaldato nuovamente.

Ecco perchè appare lecito domandarsi quali siano le reali cause di una tale fragilità, ed ecco il retroscena svelato da Cosmi: “Domenica mattina, prima del derby, alle 10 il presidente Zamparini mi chiede la formazione. Gli dico che sta fuori Pastore e gioca Miccoli. Si arrabbia, per l’esclusione del Flaco e anche più per la presenza di Fabrizio. Abbiamo una discussione molto violenta”.

L’oggetto del contendere, dunque, pare proprio Fabrizio Miccoli: l’attaccante salentino è legato a Cosmi da un sentimento di vera amicizia, oltre che legatissimo alla maglia del Palermo. Pertanto, venuto a conoscenza della situazione molto tesa – da vero capitano – decide di farsi da parte per non incrementare la miccia delle polemiche fra l’allenatore ed il presidente. Cosmi, quindi, all’ultimo momento decide di schierare Hernandez. Ma, afferma Cosmi,  “La squadra sa tutto. Come può entrare in campo serena?”

Serse Cosmi, però, tiene a precisare la sua infinita stima nei confronti di Pastore, ed il relae motivo della sua esclusione, legata esclusivamente ad una condizione fisica non perfetta: “Era stato 12 giorni con la nazionale, già non era in grande condizione. In allenamento l’ho visto giù. L’ho fatto per tutelarlo, rinunciare a Pastore per capriccio sarebbe un suicidio, non l’avrei mai fatto”. Inoltre aggiunge: “E’ un diamante puro. Gli manca l’ultimo salto: farsi amare dai compagni. Per ora lo ama il presidente”.

Sorprendentemente, però, nonostante il litigio burrascoso con Zamparini, Cosmi afferma di non avere nulla da recriminare nei suoi confronti ed, al contrario, lo ringrazia: “Lo ringrazio perché mi ha dato una grande occasione. Alla fine è stato il più coerente. E il suo Palermo, per organizzazione e staff, è il capolavoro di un uomo intelligente. Sa bene che può lamentarsi delle mie scelte, non della qualità del mio lavoro. Chi pensa che io sia un parvento, confronti la mia carriera con quella di altri”.

La maggiore delusione, invece, proviene dal silenzio dell’Associazione degli allenatori, che ha ritenuto opportuno non esporsi a difesa del tecnico, nonostante appaia chiaro come la causa del contendere sia stata la forte interferenza del presidente Zamparini nelle scelte tecniche. “Il nostro è un mondo di ipocriti, ci mettono uno contro l’altro e noi ci stiamo. Il ruolo dell’allenatore deve recuperare dignità. Zamparini ci ha messo sul piatto un’occasione d’oro. Nessuno ha fiatato: normale che un presidente voglia fare la formazione? L’Assoallenatori latita. Solo una battuta di Ulivieri neppure originale perché era di Ballardini: “Ringraziamo Zamparini che ci dà tanto lavoro”.

Delusione, dunque, ma anche voglia di ripartire, anche dal basso, dai giovani: “Spero di ripartire con un bel progetto e di lavorare con i giovani. Preferisco allenare uno che vale 0 e portarlo a valere 40 milioni piuttosto che uno che 40 milioni li vale già”.

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