Striscione Pessotto, procura federale apre un’inchiesta

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Gianluca Pessotto | © Getty Images

La gara contro il Bologna, nel recupero di mercoledì pomeriggio al Dall’Ara, ha avuto molteplici riscontri negativi in casa Juventus, dal risultato del campo, con il pareggio per 1 a 1 che ha allontanato la Signora dalla vetta della classifica, all’immagine che gli uomini di Conte han dato di sè, molto lontani dalla forza d’urto che avevano saputo esprimere nelle precedenti uscite, molto piu’ confusi nelle idee e meno reattivi nelle gambe.

La formazione che mister Conte ha mandato in campo era, di certo, rimaneggiata dagli infortuni soprattutto nel reparto difensivo, dove mancavano la colonna portante Andrea Barzagli e il fondamentale Giorgio Chiellini, ma gli alibi non possono bastare ad evitare il “grido d’allarme” in casa  Juventus.

Tuttavia, oltre alle questioni prettamente calcistiche, la partita contro il rossoblu di mercoledì sera ha lasciato un residuo polemico, inerente una questione certamente non piacevole, perlomeno per colui che – protagonista indiretto dell’episodio – lo ha subito: Gianluca Pessotto. Allo stadio Dall’Ara, infatti, è comparso un indelicato striscione rivolto all’ex difensore bianconero ed attuale direttore organizzativo delle squadre giovanili bianconere.

Lo striscione, con macabra ironia, tentava di creare un parallelismo fra le polemiche arbitrali relative ai rigori non concessi alla Juventus in questa stagione e l’episodio del 27 giugno del 2006, proprio mentre si svolgevano i Mondiali di Calcio in Germania, inerente la caduta di Gianluca Pessotto dal tetto della sede juventina in Corso Galileo Ferraris a Torino – ed il conseguente tentativo di suicidio – che lo costrinse ad un periodo di coma e, poi, ad una lunga degenza ospedaliera per raggiungere il completo recupero fisico.

Gianluca Pessotto | © Getty Images
In particolare, lo striscione in questione riportava testualmente le seguenti parole: “Pessotto simulatore, si è buttato o era rigore” ed è stato esposto dalla curva del Bologna, ma solo per pochi minuti. Per tal ragione, l’episodio non è stato inserito nel referto del direttore di gara, e, pertanto, non è stato sanzionato dal giudice sportivo.

Tuttavia, l’incresciosità dell’episodio ha indotto il procuratore federale Stefano Palazzi ad aprire comunque un fascicolo d’inchiesta sull’accaduto, rispondendo, così, alle durissime reazioni di gran parte del mondo del calcio ed, in particolar modo, del club juventino che, per mezzo di Antonio Conte e Beppe Marotta, avevano definito lo striscione “incommentabile”, come ha sottolineato nei giorni scorsi il mister bianconero, ex compagno di squadra e grande amico di Pessotto, ed “una vera e propria infamia da punire da parte delle autorità competenti”, come  ha puntualizzato il direttore generale bianconero.

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