Tessera del Tifoso contro la privacy. Così l’Inghilterra ha eliminato gli hooligans

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Roma
Tifo romanista all'Olimpico © Paolo Bruno/Getty Images

Il tribunale civile di Roma rischia di creare un precedente che porterà parecchie richieste di risarcimento danni. Parliamo della sentenza che in queste ultime ore ha visto infliggere alla Roma Calcio una multa di 5 mila euro per violazione alla privacy ai danni di un tifoso della società “La tessera del tifoso va contro la privacy, la Roma dovrà risarcire un abbonato“. Gli avvocati del tifoso giallorosso (Ricchiuto, Contucci e Adami) condannano le modalità in cui viene usata la tessera, che è diventata di gran lunga una carta di credito che fa uso illegittimo dei propri dati personali. Hanno drizzate le antenne i circa 700 mila abbonati di tutta Italia, costretti a tesserarsi per poter assistere a tutte le partite della squadre del cuore in casa.

Bisogna riconoscere che, con l’arrivo della Tessera del Tifosogli scontri negli impianti sportivi sono notevolmente diminuiti, anche a causa dello sciopero degli ultras che pur di non tesserarsi, sono disposti a non andare allo stadio. Ma, la domanda sporge spontanea, è possibile eliminare il problema degli scontri e dell’ordine pubblico semplicemente schedando i tifosi? La risposta pare scontata. Ci hanno insegnato fin da piccoli che ogni problema va risolto dalla radice e non penso che una semplice carta, dove vengono registrati i tuoi spostamenti, possa risolvere il tutto. Se da una parte negli stadi non si registrano più scontri, dall’altra possiamo notare come siano sempre più vuoti a causa della trafila sempre più lunga e difficile per poter acquistare un tagliando o un abbonamento, per non parlare delle trasferte.

Roma
Tifo romanista all’Olimpico © Paolo Bruno/Getty Images

In Inghilterra hanno dovuto combattere a lungo la cattiveria degli hooligans, capaci di creare terrore in ogni città, anche fuori dal confine nazionale. All’inizio adottarono lo stesso atteggiamento italiano. Tifosi schedati e chiusi nelle gabbie nei vari settori dello stadio, fino a quando in una finale di Fa Cup in campo neutro a Hillsborough tra Liverpool e Nottingham Forest, 96 tifosi morirono intrappolati nelle gabbie (create per evitare gli scontri tra le due tifoserie) a causa delle vie d’uscita vecchie che intrappolarono le persone all’interno dell’impianto. Questo fece scattare la scintilla agli organi federali del calcio inglese che avevano dovuto affrontare qualche anno prima l’esclusione quinquennale da qualsiasi competizione europea per colpa degli scontri dei tifosi del Liverpool in tutta Europa durante le partite di Coppa dei Campioni. A questo punto decisero di mettere regole ferree e durature per gli hooligans e soprattutto obbligando le società inglesi a rimodernare gli stadi e renderli confortevoli e sicuri, con tanto di videosorveglianza e carcere interno per poter processare per direttissima ogni tifosi non rispettoso delle leggi imposte.

Nel corso degli anni ci sono stati parecchi arresti che hanno in parte calato la potenza degli hooligans che non possono più assistere alle gare della propria squadra del cuore ma riescono a riunirsi solo nelle gare della Nazionale inglese in trasferta, andando nei paesi dove difficilmente potrebbero essere processati come nella loro nazione. Molti sottolineano come in Inghilterra ci siano più arresti rispetto all’Italia, ma il motivo è presto detto. Lì se sbagli paghi, qui…se sbagli sei quasi un eroe. Bisogna rendere merito agli inglesi, capaci di cambiare mentalità al tifoso medio, mettendo paura con le regole dure e certe.

Quanti di voi allo stadio hanno potuto cambiare posto, senza che nessuno dicesse niente? Lì è impossibile, vieni accompagnato personalmente dallo steward di turno al tuo posto e vieni controllato dalle tante telecamere presenti all’interno dello stadio.

Ecco così sorgere il modello inglese, stadi pieni e funzionali, accoglienti e sicuri. E in Italia? Tessera del Tifoso in mano, impianti fatiscenti e se ti scappa…spera di trovare almeno il bagno!

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