
Lutto nello sport è scomparso prematuramente (ilpallonaro.com)
L’Italia intera si stringe nel dolore per la scomparsa di una figura che ha lasciato un segno profondo, dentro e fuori dallo sport.
Ci sono notizie che non vorresti mai scrivere, eppure arrivano, silenziose e taglienti come una lama. In certi casi non servono troppi giri di parole, perché la tristezza è già tutta lì, in quello spazio che si crea quando una presenza forte, travolgente, smette improvvisamente di esserci.
L’addio di oggi lascia un vuoto difficile da spiegare, soprattutto per chi aveva avuto il privilegio di conoscerlo, di incrociare il suo sguardo sempre diretto, di sentire l’eco della sua voce inconfondibile mentre raccontava, con la solita passione, storie di cavalli, di sport, di Palermo.
Italia sconvolta dal lutto, scomparsa prematura per lui
Perché sì, oggi diciamo addio ad Antonio Console, uno dei volti più amati e rispettati nel mondo dell’equitazione siciliana. Uomo schietto, instancabile, generoso. Aveva 60 anni, ma l’energia con cui viveva ne faceva uno spirito impossibile da incasellare dentro i confini anagrafici. Era l’amministratore unico del Circolo Ippico Chirone di Palermo, ma definirlo semplicemente così sarebbe riduttivo. Antonio era il Chirone. Ne incarnava la visione, lo spirito, la grinta.

Infatti, quando anni fa decise di accettare la sfida di riportare in alto il centro ippico, in tanti pensavano fosse un’impresa impossibile. Troppi anni di abbandono, troppi sogni dimenticati. Però lui no, non ha mai avuto dubbi. Ha preso in mano le redini con lo stesso slancio con cui si affrontano le grandi gare, senza paura, senza tentennamenti. E ce l’ha fatta. Il Chirone è tornato a splendere, diventando un punto di riferimento per tutto il movimento equestre non solo a Palermo, ma in buona parte della Sicilia.
Il merito? Tutto suo. Perché Antonio sapeva fare squadra, sapeva farti sentire a casa. E non è un modo di dire: il suo centro ippico era davvero una casa per molti. Un luogo dove si respirava passione, rispetto per gli animali, amore per la tradizione. Ma anche leggerezza, perché con Antonio si rideva sempre, anche nei momenti più tosti. Era uno capace di parlarti di purosangue con la stessa naturalezza con cui ti raccontava di una grigliata improvvisata tra amici. E forse è proprio per questo che oggi fa così male salutarlo.
Senza ombra di dubbio, la sua eredità non si misura solo in quello che ha costruito, ma nel modo in cui l’ha fatto. Con cuore, con dedizione, con una visione chiara. Il Circolo Ippico Chirone continuerà a vivere, anche grazie a tutto ciò che Antonio ha seminato con amore e determinazione. Ma Palermo, oggi, ha perso un pezzo del suo cuore.