
Antonelli accusa la F1 (Kimi Antonelli Instagram) -www.IlPallonaro.it
Il giovane pilota di Mercedes si sfoga sull’ambiente. In Formula Uno, dice Kimi Antonelli, le cose vanno così.
Potrebbe essere un talento in via di esplosione o una meteora che in Canada, quest’anno, ha avuto solo fortuna: noi da italiani ci auguriamo davvero la prima. Kimi Antonelli, giovane pilota di Mercedes secondo di George Russel – e come ipotizza qualcuno in base alle voci che girano nel Circus futura seconda guida con Max Verstappen – è la più grande scommessa delle squadre che possono puntare ai primi posti o al titolo…
Il pilota italiano fresco di maturità ha dato prova di avere il potenziale per diventare qualcuno: c’è il terzo posto in Canada, certo, ma in generale, quest’anno le sue prestazioni non sono state male, se paragonate a quelle del più esperto compagno di squadra e sopratutto, agli altri rookie del campionato che non hanno minimamente fatto ciò che ha fatto lui. Poi, ci sono incidenti e disattenzioni che fanno pensare che al campioncino potrebbe servire un po’ di esperienza nei team minori.
Prima di tutto però, c’è da considerare l’aspetto psicologico e la pressione che un ragazzo nemmeno ventenne deve affrontare in un ambiente competitivo e spietato come la Formula Uno dove è davvero difficile ignorare del tutto i media, i commenti e le domande dei cronisti e dei tifosi che spesso, fanno perdere la pazienza perfino ai veterani, figuriamoci ad un giovane prospetto come l’italiano. Che si è infatti sfogato pesantemente.
Kimi Antonelli: “Sono tutti squali”
Lo stesso pilota italiano nonostante la sua giovane età ha mostrato grande lungimiranza dimostrando di avere già le idee chiare su che tipo di ambiente sia quello di uno degli sport più importanti, seguiti e attorno al quale girano più soldi, inevitabilmente, in tutto il mondo. La sua analisi pubblicata su Libero è emblematica e suona come una presa di coscienza di come media e cronisti siano più interessati a fare notizia, che a far crescere un pilota novellino.

“La pista non fa sconti a nessuno, poco importa se hai 16 o 35 anni”, spiega il pilota. “In F1 è come nuotare in un mare pieno di squali, è un attimo cadere nella trappola ed essere mangiato”, ragiona Antonelli e come se ne sia reso conto e quando, è presto detto: “Me ne sono reso conto a Imola. Lì ho capito quanto sia importante ricavare tempo per me stesso. Momenti dove resto da solo, in un posto silenzioso dove posso ‘switchare’ mentalmente, dove mi isolo”, le sue parole.
Qual è la soluzione di fronte ad un panorama sportivo del genere? Credere in se stessi ed entrare in una sorta di “tunnel vision” in cui si mette a fuoco l’obiettivo ed i commenti altrui, salvo quelli del Team Principal e dei colleghi, contano praticamente zero: “Quando abbasso la visiera, vedo solo la pista”, conclude Antonelli mostrando una grande maturità.