Dramma nel calcio: "È crollato a terra" ed è morto - Ilpallonaro.com (Pixabay)
Il 2025 ha segnato il calcio con un susseguirsi di lutti che ne hanno scosso le fondamenta, tra addii improvvisi e tragedie personali che hanno lasciato un senso di vuoto e smarrimento.
È stato un anno amaro, iniziato con il silenzio assordante lasciato da figure che, nel bene o nel male, avevano segnato la storia recente del pallone. Tra i nomi più noti, quello di Radisa Ilic, ex portiere del Partizan e della nazionale serba, la cui morte ha assunto contorni drammatici. Caduto dal balcone della sua abitazione a soli 47 anni, le autorità indagano su un possibile gesto volontario. Un episodio che riporta drammaticamente alla luce il tema della salute mentale negli ex atleti: quando si spengono i riflettori, il peso del silenzio può diventare insostenibile.
A pochi giorni di distanza è arrivata la notizia della scomparsa di Andrija Delibasic, ex attaccante montenegrino con un passato anche nella Liga spagnola e nei campi europei, morto a 43 anni dopo una lunga malattia. Il calcio italiano ha pianto poi Aldo Agroppi, figura carismatica e divisiva, scomparso all’età di 80 anni, e il calcio sudamericano ha dato l’addio a Ernesto Gianella, icona uruguaiana degli anni ’70. E mentre il mondo del pallone continua a celebrare campioni e trofei, il 2025 ci ricorda anche il suo lato più fragile, anche una vecchia e amata conoscenza della Serie A ha perso la vita in circostanze tragiche.
La morte di Jorge Bolaño ha scosso profondamente il mondo del calcio, lasciando sgomenti amici, ex compagni di squadra e tifosi. L’ex centrocampista colombiano, noto in Italia per i suoi anni al Parma, è deceduto a soli 47 anni per un infarto fulminante, mentre si trovava a una festa di famiglia nella città di Cúcuta, dove viveva dopo il ritiro. La dinamica della tragedia ha lasciato tutti increduli: Bolaño stava ballando e animando con entusiasmo la serata, quando improvvisamente è crollato a terra. I presenti hanno tentato di rianimarlo immediatamente, ma ogni tentativo si è rivelato vano.
Trasportato d’urgenza in ospedale, per lui non c’era già più nulla da fare. “Era sanissimo, non aveva mai mostrato alcun sintomo. Rideva, ballava, si divertiva. Poi, di colpo, è successo quello che tutti sappiamo”, ha raccontato un familiare ancora sotto shock. Solo poche ore prima del malore, Jorge si era recato nella parrocchia di Santa Ana e aveva scattato una foto con un sacerdote, diffusa poi sui social: un sorriso sereno, inconsapevole del destino imminente. Con il Parma vinse Coppa Italia e Supercoppa, diventando uno dei simboli della colonia colombiana in Serie A nei primi anni 2000. Un addio improvviso, doloroso, che ha colpito al cuore un’intera generazione.