Il Pallonaro

Calciopoli, Franco Carraro “la Juve deve smetterla”

Franco Carraro , “a volte ritornano”. L’ex presidente della Figc torna a parlare dalle pagine della Gazzetta dello Sport della situazione calcistica italiana, a proposito della questione Calciopoli, anche in vista del prossimo “tavolo della pace”, sottolineando proprio come nel mondo del calcio si sia un grande bisogno di pacificazione.

Franco Carraro ex presidente della Figc | ©ANDREAS SOLARO/Getty Images
Un messaggio “buonista”, quello di Franco Carraro, in accordo con l’atmosfera natalizia che si sta avvicinando, ripercorrendo le tematiche dello scandalo Calciopoli, che lo coinvolse nel 2006 con l’accusa di frode sportiva, provocandone le dimissioni.

Nel 2009, però, l’ex presidente della Federcalcio venne prosciolto da tale accusa e, dunque, in un momento in cui si sta cercando in ogni modo di promuovere la distensione fra i club principali della nostra serie A, su tutte Juventus ed Inter, Franco Carraro decide di esprimere la sua posizione in merito, non rinunciando a qualche frecciatina in direzione del club bianconero.

Nonostante l’intento distensivo paventato, dunque, le parole di Carraro appaiono nettamente “schierate” a favore del club di Massimo Moratti.

Pur professandosi molto contento e soddisfatto per l’iniziativa del prossimo “tavolo della pace”, in programma il 14 Dicembre e promosso per iniziativa del presidente del Coni Gianni Petrucci, infatti, l’ex presidente Franco Carraro precisa di non esser d’accordo con le azioni intraprese dalla Juventus di Andrea Agnelli per sottolineare il reale numero di scudetti conquistati sul campo – ventinove – ed, inoltre, di non ritenere giusto che all’Inter possano essere “sottratti” per motivi disciplinari lo scudetto che le frettolose sentenze calcistiche dell’estate 2006 le avevano attribuito. “Pensare di togliere lo scudetto all’Inter non sta nè in cielo nè in terra,  la Juventus non può continuare a dire di avere ventinove scudetti e mettere quel numero pure nel proprio stadio”.

Purtroppo in Italia si dimentica troppo facilmente e chi un minuto primo è messo alla berlina poco dopo può ergersi a giustiziere. L’intervento, solo in apparenza pacificatore, probabilmente, si poteva anche fare a meno di esprimerlo e magari Franco Carraro poteva riprender le sue intercettazioni per ricordarsi che pur assolto la sua gestione nulla aveva a che vedere con l’etica.

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