
Il giorno più triste per il calcio italiano: addio ad un personaggio noto - Ilpallonaro.com (Pixabay)
Il mondo del calcio, in questo 2025 segnato da addii e commozione, piange un altro dei suoi interpreti più riconoscibili. Non un calciatore, non un allenatore.
Non qualcuno che ha fatto del pallone la sua arte sul prato verde, ma chi lo ha raccontato, con passione, con linguaggio semplice e avvincente, a milioni di telespettatori ogni domenica. Ci sono voci che si intrecciano con la memoria collettiva di generazioni, volti familiari che hanno reso ancora più speciale il rito domenicale della partita, della sintesi, del commento.
Il calcio non vive soltanto di gol, falli e fuorigioco. Vive anche – e forse soprattutto – di chi riesce a raccontarlo, a trasmetterne l’umanità, i retroscena, le emozioni. In un’epoca in cui la narrazione sportiva si fa sempre più frenetica, l’addio a uno dei grandi testimoni del calcio italiano segna un’altra ferita per chi quel linguaggio l’ha imparato con affetto e rispetto. Un uomo che ha vissuto il mestiere con passione, sobrietà e una competenza che gli ha consentito di attraversare diverse ere della comunicazione sportiva, senza mai perdere l’eleganza e la credibilità.
90° Minuto piange Vasino: scomparso a 88 anni
È morto a 88 anni Gianni Vasino, storico giornalista sportivo noto soprattutto per essere stato uno dei volti più riconoscibili di 90° Minuto, la trasmissione Rai che ha segnato un’epoca nella televisione italiana. Entrato in Rai nel 1970, Vasino venne scelto nel 1976 da Paolo Valenti, che lo aveva avuto come allievo in un corso per radiocronisti, per far parte del cast della celebre rubrica domenicale. In quegli anni ha raccontato con passione le gesta di Milan, Inter, Genoa e Sampdoria, ma nella sua carriera si è occupato anche di sport meno celebrati, come la pallamano e gli sport acquatici, diventando una firma autorevole anche in contesti meno mediatici.

Vasino è stato anche un innovatore: ideò per il Tg2 delle 13 la rubrica “Come noi”, dedicata ai temi della disabilità, un’attenzione rara nel panorama giornalistico dell’epoca. Nel 1992 fu nominato caporedattore Rai, mantenendo la direzione dei settori di cui si era occupato, prima di dimettersi nel 1995 per tornare a Genova, la città che considerava casa. Anche dopo l’esperienza in Rai, Gianni Vasino non ha smesso di raccontare lo sport: ha collaborato con diverse radio e televisioni locali, tra cui Telenord, con cui realizzò un colpo storico: coinvolse il cardinale Tarcisio Bertone – all’epoca arcivescovo di Genova – come commentatore in due partite di Serie A. L’editore di Telenord Monti, assieme al padre Alberto, lo ha ricordato con commozione: “Ha scritto una pagina memorabile con le sue telecronache al Ferraris. Porgiamo le nostre condoglianze alla famiglia”.