
Kimi Antonelli confessa di vivere nella paura (Foto IG @kimi.antonelli - ilpallonaro.com)
Kimi Antonelli, giovane promessa della Formula 1, sta vivendo un vero incubo a far più rumore dei motori è la sua paura.
Nel mondo scintillante della Formula 1, dove tutto sembra velocità, gloria e riflettori puntati addosso, ci sono storie che sfuggono ai titoli entusiasti. Perché dietro ogni casco, dietro ogni partenza, c’è anche chi lotta contro i propri demoni, spesso in silenzio.
E a volte, quel silenzio fa più rumore di una pole position. È il caso di Kimi Antonelli, il giovane talento italiano su cui tanti occhi sono puntati, ma che negli ultimi mesi ha scoperto quanto può essere pesante la pressione quando si è dentro a una monoposto e fuori c’è un mondo che si aspetta tutto da te.
Kimi Antonelli: la paura gli sta condizionando la vita
Antonelli ha talento, questo è fuori discussione. Però, proprio questo talento che lo ha spinto fin qui, sembra essersi trasformato in un’arma a doppio taglio. La sua prima sessione ufficiale in Formula 1, a Monza, era attesa da tutti come un momento storico. Invece, si è trasformata in un piccolo incubo. Il ragazzo ha ammesso di aver esagerato. Di aver voluto strafare. Il risultato? Un errore pesante, finendo contro il muretto. E da lì, qualcosa si è incrinato.

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Da quel giorno, nulla è stato più lo stesso. “Ho chiesto troppo a me stesso,” ha detto. E non lo dice con leggerezza. Perché da quel momento, la paura di sbagliare ha cominciato a insinuarsi nella sua testa, in ogni sessione, in ogni giro. Soprattutto in qualifica, dove ogni minimo dettaglio conta, Kimi ha iniziato a farsi mille domande. Sul setup della macchina, sulle condizioni della pista, persino sulle sue scelte. Una spirale di dubbi che, per un pilota, è il peggiore dei nemici.
In Canada, infatti, la tensione si è fatta sentire ancora di più. “Sono stato un po’ troppo conservativo,” ha confessato a RacingNews365. Una frase che, letta così, può sembrare banale. Ma che racconta tutto. Racconta di un pilota che entra in pista frenato, che aspetta troppo per spingere davvero, che ha bisogno di tanti giri per trovare il ritmo. E in Formula 1, quel tempo non te lo regala nessuno.
È normale, verrebbe da dire. È giovane, ha ancora tutto davanti. Ma intanto lui ci sta dentro, in questa tempesta. E non è facile. Perché quando si guida a 300 all’ora, la mente deve essere libera, non appesantita da pensieri e paure. Il talento c’è, sì. Però adesso serve qualcos’altro. Serve ritrovare fiducia, tranquillità, leggerezza. Serve che qualcuno gli ricordi che anche i grandi hanno sbagliato. Che non si diventa campioni solo con i tempi sul giro, ma anche con il coraggio di affrontare i momenti duri.
E Kimi Antonelli lo sta facendo. A modo suo, con fatica, ma anche con una sincerità rara in un mondo dove tutti vogliono sembrare invincibili. La strada è lunga. Ma a volte, ammettere di avere paura è il primo passo per tornare davvero a correre.