
Lutto in Ferrari, la commozione di John Elkann (Foto Instagram - ilpallonaro.com)
Un lutto profondo scuote l’ambiente Ferrari, toccando da vicino anche la famiglia Agnelli è morto un autentico mito.
Ci sono notizie che arrivano piano, quasi in punta di piedi, eppure lasciano un vuoto immediato, difficile da spiegare. Quando il dolore non è solo personale, ma collettivo, si percepisce anche nei silenzi, nei volti tirati, nelle parole soppesate di chi, pur essendo abituato a parlare in pubblico, fatica a trovare i termini giusti.
È quello che è successo in queste ore, quando una figura legata a doppio filo alla storia della famiglia Agnelli ha lasciato un segno profondo con la sua scomparsa. Dalla Ferrari con Elkann in testa non possono fare altro che piangerlo e ricordarlo.
Viene a mancareun mito, lutto nel mondo Ferrari
John Elkann, presidente della Ferrari e amministratore delegato della holding Exor, si è mostrato visibilmente provato. Il suo volto segnato dalla tristezza ha detto molto più delle parole, anche se le sue dichiarazioni non sono state da meno per intensità e partecipazione. Il mondo della Formula 1, dell’economia e persino quello del calcio si sono fermati un istante, come sospesi in un momento di rispetto e memoria.
Infatti, è venuto a mancare Franzo Grande Stevens, avvocato simbolo di un’epoca, uomo chiave nei decenni cruciali della storia della famiglia Agnelli. Definito da molti «l’avvocato dell’Avvocato», era considerato una colonna portante dello storico impero torinese, un confidente di Gianni Agnelli, e una figura imprescindibile per comprendere davvero le dinamiche del potere economico e sportivo italiano del Novecento.

Nato a Napoli, dove si laureò in giurisprudenza presso l’Università Federico II, si trasferì a Torino giovanissimo, e nel 1954 entrò a far parte dell’Albo degli avvocati. Da quel momento, la sua carriera non ha mai smesso di crescere. Sempre impeccabile, con un’eleganza che andava oltre l’abbigliamento, si è distinto per la sua capacità di interpretare il diritto con una visione che univa rigore e intelligenza tattica. È stato protagonista in vicende decisive per le sorti della Juventus, della Fiat e di molte altre realtà legate a doppio nodo al sistema industriale italiano.
Il ricordo di John Elkann
Nel corso della sua lunga vita, Grande Stevens non ha mai cercato i riflettori, però chi lo ha conosciuto da vicino sa quanto peso avessero i suoi consigli, quanto fosse ascoltato, rispettato, spesso decisivo. La sua figura, proprio per questo, resta simbolo di un modo di fare professione — e potere — che oggi sembra appartenere a un’altra epoca.
John Elkann lo ha ricordato con parole semplici ma autentiche: «Franzo Grande Stevens è stato un giurista eccelso, un grande juventino e soprattutto un amico della mia famiglia, che ci ha accompagnato per tanti anni con professionalità, intelligenza e profonda cultura. Ci stringiamo con affetto a tutta la sua famiglia». Senza ombra di dubbio, dietro quelle frasi c’è molto più di un comunicato formale: c’è un rapporto umano, una gratitudine silenziosa, e la consapevolezza di avere perso un uomo raro.