Il Pallonaro

Maradona “Ci mette la faccia” e Napoli va in estasi

Diego Armando Maradona – Conferenza Stampa – © Ph. A. Moraca

Diego Armando Maradona torna a Napoli accolto da un fiume in piena di tifosi e una sala gremita di giornalisti: “Ci metto la faccia, non ho ammazzato nessuno” queste le parole d’apertura della conferenza stampa tenutasi questa mattina presso la Sala Masaniello ubicata in Corso Umberto I a Napoli dopo aver oltrepassato con l’ausilio delle forze dell’ordine e della sicrezza un muro di persone entusiaste di poter guardare negli occhi il Pibe de Oro. L’arrivo di Maradona è fissato per le ore 16 e 30 di ieri 25 Febbraio 2013 all’Hotel Royal Continental di Via Partenope (il lungomare del capoluogo partenopeo), assalito da giornalisti e photo-reporter arrivati per l’occasione si è segregato nella sua stanza senza concedere interviste, salvo regalarsi ai tifosi affacciandosi dal balcone della camera.

Un pò di cronaca. Il volo diretto Dubai-Roma Fiumicino arriva con 40 minuti di ritardo, ma ad attenderlo all’aeroporto c’è il suo legale Angelo Pisani che lo conduce a Napoli dopo più di due ore di tragitto e circa una trentina di autovetture (di tifosi) intenzionati a seguire Maradona fino a Napoli. Fuori l’albergo l’aria è mite ed i tifosi presenti si divertono ad impiegare il tempo tra cori, telecamere e macchine fotografiche. Alle 16 e 45 ecco spuntare la macchina con Maradona e il panico prevale su tutto: repentino ed efficace il lavoro della sicurezza che trascina di forza il Pibe de Oro nella hall dell’albergo dove viene nuovamente assalito da giornalisti, operatori e photo-reporter: entra in camera per non uscire più, salvo regalarsi ai tifosi fermi in strada affacciandosi dal balcone della sua camera; l’unica eccezione è stata concessa ad Alessandro Siani e Giuseppe Bruscolotti (ex calciatore del Napoli) con il quale è stato a cena proprio ieri sera.

Tifosi in Via Partenope – © Ph. A. Moraca

Appuntamento fissato questa mattina alle ore 11:00 presso la Sala Masaniello ubicata in Corso Umberto I a Napoli ma la conferenza non inizia prima delle ore 12:00 per ovvi motivi. Strada bloccata, tifosi che invadono il quartiere e il massiccio lavoro delle forze dell’ordine hanno permesso che Diego Armando Maradona si recasse presso il luogo stabilito, mentre l’emozione traspare palese sul volto dei presenti. Introducono la conferenza stampa i suoi legali Angelo Pisani e Angelo Scala:

“Qualcuno ha detto che Diego non poteva venire in Italia, ma è tutto falso. E’ una vicenda che risale alla fine degli anni ’80 ma la richiesta del Fisco è nulla perchè non sussiste il fatto. Maradona non è un evasore tant’è vero che a Gennaio 2013 è stata emanata una sentenza che dichiara non ammissibile quella del ’94. Diego non ha mai ricevuto un accertamento ufficiale dal Fisco italiano”.

Diego Armando Maradona e Angelo Pisani – Conferenza Stampa – Ph. A. Moraca

A dar man forte alle vicenda l’altro avvicato, Angelo Scala che paragona la situazione di Diego Armando Maradona ad una vicenda kafkiana, condannato cioè ad un risarcimento di 40 milioni di euro (6 milioni il debito verso il Fisco cui si aggiungono 34 milioni di interessi tutti in euro, ndr) senza aver mai ricevuto notifica di ciò, così come successe per Careca e Alemao assolti poi in primo e in secondo grado. Ma lo stesso trattamento non è stato riservato a Maradona tant’è vero che questa vuole essere una causa contro il sistema finanziario italiano di cui ognuno è vittima.

Diego Armando Maradona – Conferenza Stampa – © Ph. A. Moraca

La parola dunque al diretto interessato che apre la conferenza stampa con queste parole:

“Ci metto la faccia, non ho ammazzato nessuno. Ecco perchè sono qui. L’aria di Napoli ce l’ho in tutto il corpo, era tempo che volevo essere qui e vederla di nuovo. Quando sono tornato in Italia le precedenti volte la Finanza è venuta fin dentro la mia stanza d’albergo a prendersi gli orecchini. Non capisco perchè il Fisco voglia 40 milioni di euro da me: se ce li avessi non lavorerei più e farei una vita più bella di quella di Ferlaino”.

Prosegue ancora senza interruzioni:

 

“Meritavo solo di essere in campo la domenica e far felice i napoletani. Ringrazio tutta la gente che da Roma a Napoli mi ha accolto come uno di famiglia e vengo qui per chiedere giustizia. Molti dicono che la giustizia non esiste ma io credo di si: voglio tornare in Italia e portare mia nipote a Napoli per farle vedere cosa ha fatto il nonno e circolare libero”.

Ultime parole prima delle domande dei giornalisti:

“Non sono qui per chiedere la panchina di nessuno. Voglio solo giustizia e poter camminare libero per l’Italia senza essere braccato dalla Finanza. Un argentino non può risolvere i problemi degli italiani, ma la mia è un’ingiustizia così come è capitata a tanti italiani. Ringrazio in particolare i napoletani perchè l’amore e l’affetto che hanno per me non è cambiato. Loro hanno memoria. Una memoria che qualcuno vuole cancellare”.

Spazio dunque a domande ed indiscrezioni da parte dei giornalisti presenti in sala, tra aneddoti e pronostici circa il big match tra Juventus e Napoli:

“Ieri ho pianto quando ascoltavo i cori dei tifosi, vuol dire che io sono una rappresentanza per questa città. Il Napoli deve essere a caccia dei bianconeri perchè il campionato non è finito e la Juventus deve sudarsi lo scudetto. La Juventus non è più forte del Napoli ma è più pratica. Chiedo ai giocatori azzurri di non aver paura di vincere”.

Qualche domanda circa un possibile futuro a Napoli:

“Avrò del tempo per parlare con De Laurentiis ma non sto pensando alla panchina del Napoli, mancherei di rispetto a Mazzarri. Conosco e rispetto il codice etico del calcio: Mazzarri sta facendo un grandissimo lavoro e non bisogna mettergli pressione. Ma non credo che il Presidente mi affidi questo onere”.

Diego Armando Maradona – Conferenza Stampa – © Ph. A. Moraca

Qualche parola contro Pelè, il dolce ricordo della madre defunta e la benevolenza per Lionel Messi che non disdegna di esternare, così come la simpatia per Lorenzo Insigne che “è candidato a diventare un grande giocatore”. Fantasticando un po’, giocherebbe oggi alle spalle di Cavani e al fianco di Hamsik che “è bravissimo ma dovrebbe fare più gol”. Ancora, puntualizzazioni circa l’intolleranza che la stampa del nord elargiva contro il Napoli in occasione dei due scudetti “così come fa con Cavani oggi” e parole di un padre di famiglia verso i giovani napoletani e non, con l’invito a praticare sport e a tenersi lontani dalla droga che miete vittime anche in Argentina.

La conferenza stampa termina alle ore 13 e 20 dopo aver ringraziato pubblicamente tutti, firmato autografi, concesso fotografie: all’ultima domanda “Cosa vuol dire essere Maradona?” risponde: “Essere Maradona vuol dire non essere Careca o Alemao”.

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