Ci si aspettava spettacolo e spettacolo è stato, una partita dalle mille emozioni con continui ribaltamenti di fronte e di risultato, una partita come non si vedevano da anni al San Paolo e che con quella di ieri sera tra Milan e Inter, confermano che il calcio italiano sarà anche impoverito ma di spettacolo ne regala e parecchio. La partita inizia con un ritmo blando le squadre passano i primi 20 minuti a studiarsi, con una
Lazio sempre attenta a coprire gli spazi ed evitare le sortite sulle fasce di
Lavezzi e
Dossena da una parte e
Maggio dall’altra. La prima vera occasione porta la firma di
Hamsik che sfruttando un assist di
Lavezzi arriva alla conclusione, tiro potente ma facile per
Muslera respingere in angolo. E’ però la
Lazio, a passare con un gran gol di
Mauri, che al limite dell’area supera in dribbling, un colpevole,
Cannavaro e batte con un tiro in controtempo
De Sanctis. Al 32° è ancora il trequartista degli aquilotti a sfruttare una dormita della difesa partenopea e a presentarsi davanti all’estremo difensore azzurro mandando di poco a lato con il destro. Il Napoli risponde con una manovra scialba, l’undici di
Mazzarri sembra accusare il colpo, la squadra è nervosa e la manovra è molto scialba. Si va a riposo con il risultato di 1-0 per la
Lazio. Al ritorno dagli spogliatoi il tecnico toscano predica calma ma la sua squadra appare molto nervosa e non in grado di produrre pericoli per la porta avversaria e sono, infatti, ancora i capitolini a passare per la seconda volta con
Dias, che sfruttando un cross su punizione di
Garrido, anticipa De Sanctis e sigla la rete del 2-0, la partita sembra volgere a favore dell’undici di
Reja. Sembra, ma così non è, al 59° è
Dossena a riaprire i giochi siglando il gol del 2-1 di testa, sfruttando una deviazione su una punizione battuta da
Lavezzi. Subito dopo la rete Mazzarri fa uscire Pazienza e fa entrare al suo posto
Mascara, arretrando Hamsik sulla linea di centrocampo e schierando un tridente puro, la mossa si rivela azzeccata proprio sugli sviluppi di una punizione conquistata dall’ex Catania, arriva la rete del pareggio ad opera di
Cavani che liberatosi in area sfrutta un prezioso assist di testa di
Maggio, ed è sempre il neo-entrato a sbagliare una ghiotta occasione a tu per tu con
Muslera. Sulla ripartenza della stessa azione
Brocchi tira una bordata dal limite che sbatte dalla traversa e rimbalza all’interno della riga di porta, per l’arbitro però non è gol e si continua a giocare, passa solo un minuto ed è al 68° che la Lazio si riporta in vantaggio, azione di
Zarate sulla sinistra che entra in area e lascia partire un diagonale sinistro che De Sanctis respinge, ci pensa però
Aronica, che con uno sciagurato intervento
per evitare il tap-in di
Mauri insacca nella propria porta in scivolata. Passano 10′ e Mazzarri effettua un altro cambio
Gargano per
Dossena, e il
Napoli trova il pareggio, ancora da palla inattiva, Lavezzi mette in mezzo, sponda di
Cannavaro per
Cavani che viene atterrato in area da
Biava, rigore ed espulsione giusta del difensore biancoceleste, sul dischetto si presenta il
Matador che non sbaglia e sigla il punto del 3-3. Nei successivi 7′ girandola di cambi con
Stendardo e Floccari, subentranti al posto di
Bresciano e
Stendardo, per la
Lazio e
Lucarelli posto di
Yebda. Napoli a trazione anteriore con 4 punte più Hamsik in campo, ma con l’uomo in più da sfruttare, però il coraggio del tecnico azzurro viene premiato, proprio Lucarelli, spizza di testa per Cavani che parte sul filo del fuorigioco e si presenta a tu per tu con Muslera e lo batte con un pallonetto di esterno destro. E’ l’apoteosi il San Paolo esplode in un boato che non si ricordava da anni, la gioia dei giocatori in campo è incontenibile ed è ancora “
Il guerriero di Dio” a mettere la sua firma su un successo insperato fino alla fine del primo tempo. Dopo il 4-3, non succede più niente e il Napoli si porta a -3 dalla capolista Milan. Adesso sognare non è più necessario bisogna credere e combattere per raggiungere quella vetta che non è poi così lontana, di certo c’è che in questi giorni San Gennaro avrà il suo bel da fare per stare ad ascoltare tutte le suppliche del popolo del
“Ciuccio”.