
"Non sappiamo se arriva a domani": il dramma dell'ex Nazionale - Ilpallonaro.com (Pixabay)
Il mondo dello sport non è fatto solo di record, trofei e applausi. Talvolta, la più difficile delle competizioni si gioca lontano dagli stadi e dai riflettori, in un silenzio assordante, fatto di sale d’ospedale, incertezze e attese.
È lì che alcuni protagonisti dello sport si ritrovano ad affrontare la partita più dura della loro vita: quella contro la malattia. L’elenco di atleti che hanno combattuto o stanno combattendo contro mali gravi è lungo, e spesso tragico. Tra coloro che hanno perso la loro battaglia ricordiamo Gianluca Vialli, Sinisa Mihajlovic e Sven Goran Eriksson, nomi che hanno lasciato un segno indelebile nello sport e nei cuori dei tifosi.
Vialli, in particolare, ha rappresentato un simbolo di coraggio e solidarietà, non solo per la propria lotta contro il cancro, ma anche per aver sostenuto amici e colleghi in momenti analoghi. Ma ci sono anche storie di speranza e rinascita, di sportivi che, pur colpiti da malattie devastanti, sono riusciti a tornare a una vita piena e attiva, seppur segnata da sacrifici. Proprio in questo contesto, è arrivata la testimonianza toccante di un volto amatissimo del calcio italiano, parole che hanno sollevato il morale di tutti gli interisti.
Beccalossi in coma: risveglio dopo 47 giorni
Evaristo Beccalossi, storico numero 10 dell’Inter, ha vissuto un incubo lungo 47 giorni. Tutto è cominciato il 9 gennaio scorso, quando è stato trovato in stato confusionale da un amico che doveva accompagnarlo a Pavia. Poco dopo, l’ex calciatore è entrato in coma a causa di un’emorragia cerebrale. I medici ci dissero: “non sappiamo se arriva a domani” – ha raccontato la moglie Danila in un’intervista al Corriere della Sera, ricostruendo il calvario affrontato in questi mesi. Durante il lungo ricovero in terapia intensiva, il sostegno degli affetti più cari è stato fondamentale. La figlia Nagaja e gli ex compagni nerazzurri, con cui Beccalossi è in contatto quotidiano, non lo hanno mai lasciato solo. Neppure Gianni Infantino, presidente FIFA, ha fatto mancare la sua vicinanza, inviando un messaggio vocale affettuoso che Danila ha fatto ascoltare più volte al marito durante il coma.

Il 27 febbraio, Beccalossi si è risvegliato, ma l’incubo non è ancora alle spalle. Ha iniziato un lungo percorso di riabilitazione. È ancora lunga – ha spiegto la moglie – quando deve andare in palestra sbuffa, proprio come da calciatore, quando non aveva voglia di allenarsi. Eppure la determinazione è sempre la stessa. Oggi, Beccalossi guarda di nuovo le partite dell’Inter, anche se solo a sprazzi sul cellulare. E alla domanda della figlia su chi avrebbe raggiunto la finale di Champions tra Inter e Barcellona, ha risposto senza esitazioni: “L’Inter, ovvio”.