La cerimonia di apertura dei Giochi Olimpici Invernali di Vancouver 2010 รจ stata a dir poco spettacolare, ma intrisa di commozione e dolore per la tragica morte (in una sessione di prove!), poco prima del grande evento, dello slittinista georgiano Nodar Kumaritashvili, sfortunato 21 enne che nel grande sogno di portare in alto i colori e lo spirito del suo Paese ha trovato, purtroppo, la fine del suo tempo in questo mondo.
La Georgia, dal canto suo, sebbene con l’angoscia e il dolore nel cuore dei suoi atleti in Canada e della sua gente in Europa, ha deciso di portare avanti l’impegno Olimpico, e l’entrata nell’arena del Bc Place ha toccato gli animi di tutti i 60 mila presenti che si sono alzati in piedi per dare forza, sostegno, coraggio e solidarietร in un ideale abbraccio a tutta una nazione colpita da un dramma immane ed inaspettato. Immobile la bandiera dello sciatore, listata a lutto come le uniformi dei compagni di avventura di Norad presenti allโinterno del BC Place. Nodar non c’รจ piรน, e loro con le lacrime agli occhi e una sciarpa nera al collo, seguono il loro portabandiera con la convinzione e la fierezza, ne siamo sicuri, di essere georgiani. Lacrime solcano il volto di qualche animo piรน sensibile sugli spalti, applausi scroscianti incoraggiano la delegazione che “sfila” nell’arena, non bastassero i problemi interni nel piccolo Paese dell’est Europeo, e i noti contrasti con la Russia, ora si aggiunge dolore che si accumula su giร tanto dolore. Forza Georgia, il mondo intero ti รจ vicino, nel rispetto del tuo dramma e con un sorriso per aiutarti nel futuro.
La macchina delle Olimpiadi quindi non si รจ fermata, la cerimonia รจ stata un grande show, ci sono voluti quattro anni di lavoro, otto gruppi composti dai rappresentanti di ogni etnia e culto religioso, simbolo della forte integrazione culturale e razziale del Paese Nordamericano, la missione di fornire unโidentitร attraverso le diversitร . Su queste basi hanno lavorato David Atkins e Ignatius Jones, direttori artistici della cerimonia. Al centro del palcoscenico il nucleo concettuale della prima parte dellโevento: quattro enormi totem, gli elementi, a rappresentare i popoli nativi (LilโWat, Musqueam, Squamish e Tselil-Waututh); le braccia aperte al mondo come simbolo di integrazione fino al termine dello show musicale di Nelly Furtado e Bryan Adams, stelle ed “eroi” pop-rock nazionali (rigorosamente fatto in play-back).
Poi un lungo omaggio alla storia del Canada per mezzo dei suoi simboli naturali (il ghiaccio, lโorso e la foglia dโacero), sociali-storico-culturali (gli aborigeni, lโera coloniale, la tolleranza e la libertร ) e naturalmente sportivi (c’era anche Jacques Villenueve tra i sei che hanno portato la bandiera con i cinque cerchi e Donald Sutherland, famosissimo attore che ha scritto pagine importantissime ed indimenticabili della storia del cinema mondiale).
Il via ai Giochi รจ stato dato da Michelle Jean, governatore della Columbia; tripode acceso da Wayne Gretzky, leggenda dell’hockey. Gli altri tedofori che hanno accompagnato il cammino della fiaccola sono tutti leggende sportive nazionali come Rick Hansen (atleta paralimpico notissimo da queste parti), poi Catriona LeMay Doan (pattinatrice), Steve Nash (cestista NBA per ben 2 volte MVP dell’intera Lega e che attualmente milita nei Phoenix Suns), Nancy Green (campionessa di sci alpino degli anni โ60). Il giuramento รจ stato letto dalla migliore giocatrice di hockey del mondo, Hayley Wickenheiser, sempre in compagnia di Wayne Gretzky.
C’รจ stato anche un intoppo nell’accensione del tripode, ma tutto ciรฒ non ha scalfito la spettacolaritร dell’evento e della cerimonia, piena di coreografie spettacolari e giochi di luce che รจ stata seguita da 3 miliardi di telespettatori in tutto il mondo.
L’Italia ha avuto in Giorgio Di Centa il portabandiera della delegazione azzurra, in un elegantissimo completo grigio, bianco e blu. Il fondista (2 ori ai Giochi di 4 ani fa) ha detto:
“ร un’emozione indescrivibile, solo ora mi rendo conto di quanto sono orgoglioso di rappresentare questa Italia: ringrazio chi mi ha fatto questo regalo. Ho tenuto questa bandiera non pensando solo a me, ma a tutta la squadra e mi auguro che ora anche la gente che sta lontano ci sostenga. Entrando in questo stadio, con tutto il bianco a ricordare la neve, ho pensato a un mondo libero, e a questo le Olimpiadi devono far pensare“.
A chiudere la sfilata delle 82 nazioni partecipanti รจ stato il Canada, e subito dopo, un minuto di silenzio per lo sfortunato atleta georgiano.
Il fuoco brucerร fino al 28 di febbraio quando calerร il sipario su questa 21esima edizione dei Giochi Olimpici Invernali, che per la terza volta saranno ospitati dal Canada (in passato ci sono state Montreal ’76 e Calgary ’88). Giochi perรฒ sui quali รจ passata la fredda mano della morte e la sua nera ombra, colpendo in tutta la sua atrocitร un ragazzo che sognava i Giochi e non li riuscirร a vivere.








