
Papa Francesco e l'amore per il calcio: la squadra per cui faceva il tifo - Ilpallonaro.com (screen Youtube)
Il mondo intero, credente e non, si è fermato nel giorno di Pasquetta, scosso dalla notizia della scomparsa di Papa Francesco.
Dopo settimane segnate da problemi respiratori, un ricovero al Policlinico Gemelli e una convalescenza silenziosa a Casa Santa Marta, il Santo Padre si è spento alle ore 7:35, come annunciato dalla Sala Stampa Vaticana, “tornando alla Casa del Padre”. A 88 anni, Jorge Mario Bergoglio lascia un vuoto profondo nella Chiesa e nel cuore di milioni di fedeli, ma anche un’eredità fatta di umiltà, ponti tra le fedi e, sorprendentemente, grandi passioni popolari.
La sua apertura verso il mondo dello sport è stata immediata e genuina. Calciatori, allenatori, campioni olimpici, dirigenti, squadre e federazioni hanno avuto l’onore di incrociarlo lungo il suo pontificato. Li ha accolti, benedetti, ascoltati. Con molti ha condiviso un linguaggio comune fatto di passione, rispetto delle regole, spirito di squadra e valori educativi. Dalla Fiorentina alla Nazionale argentina, dalla Lazio alla Champions League, tantissime realtà sportive sono passate in Vaticano durante il suo pontificato, consapevoli che dietro la veste bianca si celava un uomo dal cuore semplice, capace di emozionarsi davanti a un gol o a una storia di riscatto. Eppure, il legame più intimo e viscerale con lo sport non si è mai nascosto. Al contrario, si è radicato nella sua infanzia come in quella di ogni bambino sudamericano, forgiando un amore incrollabile e mai nascosto.
Papa Francesco e il calcio: tifoso del San Lorenzo
Il nome è San Lorenzo de Almagro e per Papa Francesco è stato molto più di un semplice club. È stata la squadra della sua infanzia, della sua famiglia, del cuore. L’amore per il Ciclón nacque quando era solo un bambino, affascinato dalla storica annata del 1946. “Quel gol di Pontoni!”, ricordava con commozione, parlando della rete che regalò al San Lorenzo il terzo titolo argentino. Da allora, quella maglia rossoblù non l’ha mai più abbandonata. Il suo legame era così forte che da arcivescovo di Buenos Aires celebrava ogni anno messa il primo aprile nel giorno della fondazione del club, nella cappella del Villaggio Olimpico.

Dopo l’elezione al soglio pontificio nel 2013, si parlò di “Efecto Francisco”: il club vide aumentare i tesserati in tutto il mondo, tra cui anche Novak Djokovic. Nel 2014, dopo il trionfo in Copa Libertadores, una delegazione del San Lorenzo si recò in Vaticano per consegnargli una replica del trofeo. Essere originario del San Lorenzo fa parte della mia identità culturale – dichiarò il Santo Padre senza esitazioni. Durante i Mondiali del 2014, mandò un messaggio al mondo intero: “Lo sport non è solo intrattenimento, ma anche un mezzo per comunicare valori”. Papa Francesco lo ha fatto fino alla fine, con la dolcezza di chi, anche in mezzo a milioni, non ha mai smesso di tifare come un ragazzo sugli spalti.