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Playoff NBA, primo turno: Analisi Western Conference

Nba | foto tratta dal web

Il viaggio nei playoff NBA inizia con l’analisi delle 4 sfide della Western Conference.

1 San Antonio Spurs (61-21) vs 8 Memphis Grizzlies (46-36)

La serie si prospetta molto più interessante di quanto dicano i numeri. Di solito il confronto tra la numero 1 della Conference e l’ultima, la numero 8, pende realisticamente dalla parte del team con il miglior record. Qui invece la situazione ĆØ leggermente diversa dato che Memphis possiede tutte le armi per dare piena battaglia agli avversari, e sarebbe stata molto più insidiosa se avesse potuto contare anche sull’apporto del suo uomo franchigia, Rudy Gay, stella della squadra e prima opzione offensiva ma fuori per il resto della stagione per un infortunio alla spalla. 2-2 il confronto fino ad ora in stagione con 2 vittorie neroargento in casa e 2 vittorie per i Grizzlies sul proprio parquet.
Gli Spurs hanno chiuso la stagione al secondo posto nella NBA: dopo aver tenuto la testa della classifica della Lega dalla prima fino all’81esima giornata, hanno ceduto lo scettro di squadra regina ai Bulls proprio nell’ultimo turno di regular season, dato che coach Popovich ha preferito tenere a riposo i suoi “Big” non più giovanissimi a discapito del record (che comunque resta il primo della Western Conference). Memphis invece ha chiaramente preferito evitare i campioni in carica dei Lakers, regalando le ultime partite agli avversari per chiudere ottava, forte del fatto che forse contro San Antonio c’ĆØ qualche possibilitĆ  in più di fare il colpaccio. Questa fiducia proviene dal fatto che la front line dei Grizzlies, se innescata a dovere, ĆØ superiore a quella degli Spurs che può contare su un Duncan ed un McDyess ormai in avanti con gli anni. Memphis invece grazie a Randolph e Gasol (finalmente il fratello minore del ben più noto Pau dei Lakers ĆØ salito di colpi) ha il talento per mettere in crisi le “torri” neroargento, in più anche negli altri ruoli il confronto ĆØ molto equilibrato, con una gran bella sfida tra playmaker (Parker per i texani, Conley per Memphis), tra ali piccole (Jefferson per gli “Speroni” contro Mayo per gli “Orsi”) e tra le guardie (Ginobili vs Tony Allen che difensivamente ĆØ uno dei primi 3 giocatori del campionato). Incognita sulle condizioni proprio di Ginobili che accusa un infortunio al braccio, nel complesso ciò che potrebbe far pendere la sfida in favore degli Spurs ĆØ la panchina, che pare qualitativamente e quantitativamente migliore, ma i giovani del Tennessee sono pronti a dare battaglia per portare a casa, per la prima volta da quando sono stati fondati, una sfida playoff.

2 Los Angeles Lakers (57-25) vs 7 New Orleans Hornets (46-36)

La serie più scontata non solo in questa Conference ma forse dell’intera Lega (più di Chicago-Indiana ad Est) ed il motivo ĆØ semplice ed ha un nome ed un cognome, ovvero David West: non che con lui in campo la formazione della Louisiana avrebbe passato il turno, ma sicuramente avrebbe reso la vita molto più difficile ai campioni NBA. Il brutto infortunio ai legamenti del ginocchio, arrivato sul finire di stagione, però, mette del tutto fuori causa gli Hornets, ridotti ai minimi termini nelle rotazioni e molto probabilmente non in grado di affrontare una serie di più partite contro un avversario cosƬ ostico ed ancora favorito numero 1 nella corsa al titolo anche di quest’anno..
A detta di molti, infatti, New Orleans ĆØ la migliore squadra possibile da affrontare per i gialloviola, dato che sono stati giĆ  surclassati in stagione da un netto quanto eloquente 4-0 negli scontri diretti.
Esaminando ogni singolo reparto ed ogni singolo ruolo i Lakers sono superiori e più profondi in tutto, solo il ruolo di playmaker vede soccombere Los Angeles, dato che Fisher verrà molto probabilmente portato a spasso da Chris Paul (probabile anche una marcatura di Bryant per mettere la museruola al numero 3), per il resto, apparentemente e per quanto dicono i numeri, il confronto non esiste.
L’assenza di David West, assieme a Paul il faro della squadra ed asse portante dell’attacco della squadra di coach Monty Williams, ĆØ compensata da Carl Landry, arrivato fortunatamente da Sacramento prima dell’infortunio del numero 30, ma i ricambi Jason Smith e Gray non offrono nessuna garanzia.
Anche i losangelini hanno qualche problema da risolvere con Bynum e Barnes leggermente infortunati (ma arruolabili per la sfida contro gli Hornets) e Blake, play di riserva, che ha contratto la varicella, ma la classe di Gasol e il dinamismo di Bynum sono sufficienti per poter guardare con ottimismo al confronto con i pari ruolo Landry ed Okafor.
Artest, vista la poca produzione offensiva degli avversari, è atteso più nelle statistiche di attacco che di difesa (suo punto forte), mentre il solito Kobe Bryant sarà il giocatore designato a rompere gli equilibri nelle varie partite con la sua immensa classe.
A New Orleans serve un miracolo: sperando tra l’altro che i californiani non escano immediatamente dal brutto periodo delle ultime 7 partite (5 perse e 2 vinte a stento contro le riserve delle riserve degli Spurs e dopo una partita soffertissima contro i non trascendentali Kings chiusa solo dopo un overtime) servono un Chris Paul in forma strepitosa, un Trevor Ariza capace di arginare Bryant come mai nessuno ĆØ riuscito a fare nei playoff, un Okafor monumentale a centro area ed un Marco Belinelli al top della forma per punire le disattenzioni dei più quotati avversari, senza tralasciare una difesa cosƬ perfetta ed asfissiante da sfiorare la perfezione: possibile in una o 2 partite ma non in una serie al meglio di 7 gare. Tuttavia la speranza per i tifosi Hornets ĆØ l’ultima a morire!

3 Dallas Mavericks (57-25) vs 6 Portland Trail Blazers (48-34)

La sfida si presenta molto equilibrata e probabilmente non si risolverĆ  in poche partite. In stagione regolare si ĆØ assistito ad una perfetta paritĆ  tra le 2 squadre, con 2 vittorie per i Mavericks a Dallas e 2 successi per i Blazers a Portland, segno che il fattore campo potrebbe risultare decisivo ai fini dell’esito finale.
Molti sono i fattori da analizzare, innanzitutto bisogna dire che si affrontano 2 squadre molto simili nello stile di gioco, segno che a decidere la serie potrebbero essere i vari episodi nell’arco dei match.
Abbastanza equivalenti le front line, identica situazione nel back court, l’equilibrio tra le 2 franchigie ĆØ rotto dalle panchine che se per qualitĆ  sono similari, tuttavia quella dei Mavs pare più lunga e pronta a sopperire ad eventuali assenze. A far pendere la bilancia dalla parte di Dallas potrebbe essere il ritorno di Caron Butler, assente ormai da mesi per un brutto infortunio: se l’ala piccola dovesse presentarsi ai nastri di partenza dei playoff le speranze dei Blazers di passare il turno si ridurrebbero dato che Butler ĆØ anche un eccezionale difensore sugli esterni, cosa che attualmente manca nel roster dei texani, dando una dimensione migliore al gioco di squadra. Portland si affiderĆ  ad Aldridge che sembra l’unico a poter limitare lo strapotere del tedesco Dirk Nowitzki e dovrĆ  avere in Andre Miller l’uomo pronto ad approfittare dei cali di rendimento di Jason Kidd (vista l’etĆ  avanzata). Nota di merito per Wallace e Batum che con la loro difesa dovranno portare un valido contributo alla causa, limitando i pericolsi esterni degli avversari. Roy, al rientro dopo un infortunio dal quale non si ĆØ del tutto ripreso ĆØ al 50% (se non di meno) della forma fisica, ma sarĆ  importante nell’economia offensiva dei Trail Blazers. Anche da lui passano le chance di avanzare al turno successivo per la formazione dell’Oregon.

4 Oklahoma City Thunder (55-27) vs 5 Denver Nuggets (50-32)

In stagione regolare i Thunder hanno vinto 3 sfide su 4 dimostrando di poter sbancare il parquet avversario (il Pepsi Center), cosa che invece non ĆØ successa per Denver. Oklahoma City in stagione regolare ĆØ stata una delle poche squadre capaci di limitare i Nuggets a meno di 100 punti segnati, impresa notevole visto che la formazione del Colorado ha il migliore attacco della NBA con oltre 110 punti di media per partita.
Da valutare l’infortunio subito da Ty Lawson nell’ultima partita di stagione: il playmaker di Denver sembra essere l’unico nel roster che potrebbe cercare di limitare il pari ruolo avversario Russell Westbrook, una sua eventuale assenza spalancherebbe le porte della semifinale di Conference agli avversari. Sicuramente dopo la trade di Carmelo Anthony e Chauncey Billups ai Knicks in cambio di Chandler, Mozgov, Felton e del nostro Danilo Gallinari i Nuggets sono diventati una formazione molto particolare, con 10-12 giocatori (in pratica 2 quintetti) tutti sullo stesso livello, nessuna superstar (come lo era ‘Melo) ma tanti ottimi e validi giocatori intercambiabili tra di loro. Questa ĆØ diventata in breve tempo la forza di Denver, il fatto di poter buttare nella mischia sempre un giocatore di ottimo potenziale che non fa rimpiangere le prestazioni del giocatore assente o richiamato in panchina.
Oklahoma City invece ĆØ una squadra che basa le sue fortune in primis su 2 giocatori, ovvero Westbrook (da molti definito un LeBron James in miniatura) e Kevin Durant, il giocatore che sarĆ  destinato a diventare il numero 1 della Lega in breve tempo. Il 2 volte capocannoniere della Lega (a soli 22 anni!) ha un talento offensivo fuori dal normale, ĆØ una macchina da punti poche volte vista in NBA, riesce a bucare il canestro avversario da qualsiasi posizione sfruttando un’altezza anomala per un’ala piccola (quasi 210 centimetri, molti in più rispetto ai pari ruolo avversari) con un’apertura di braccia assurda che permette al numero 35 di tirare “in testa” agli avversari risultando virtualmente instoppabile!
SarĆ  lui la chiave della serie e di conseguenza lo sarĆ  anche Gallinari che probabilmente sarĆ  destinato alla sua marcatura avendo un’altezza grosso modo similare (per cercare di contrastarlo) e medesimo ruolo. Danilo però ha saltato le ultime partite di regular season per un infortunio e le sue condizioni sono valutate giorno per giorno. Inutile dire che una sua eventuale assenza (unita a quella di Lawson) peserebbe oltremodo nell’economia della serie facendo pendere inevitabilmente l’ago della bilancia in favore di Oklahoma City. Interessante anche lo scontro in area pitturata con i Thunder leggermente favoriti vista la profonditĆ  di uomini in panchina. E poi i titolari Perkins (gran colpo quello di strapparlo a Boston da parte del G.M. Sam Presti) ed Ibaka, a livello difensivo, sembrano avere una marcia in più rispetto a NenĆØ e Martin. Da vedere anche lo scontro tra J.R. Smith (Denver) e James Harden (Thunder) che dalla panchina non dovranno far mancare il loro contributo.

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