Il Pallonaro

La Rai sposta il pugilato in seconda serata, Fpi furiosa

In questi giorni la Rai sta cercando di gestire il polverone uscito dopo la decisione di spostare in seconda serata tutte le gare di pugilato, box, lotta e qualsiasi altro sport che abbia a che fare con l’uso della forza per combattere con un avversario: la motivazione data è quella dell’educazione dei ragazzi e di tutti i minorenni che verrebbero influenzati negativamente dalla visione di tutti questi sport. La questione è uscita a causa dello spostamento delle gare di Campionato Italiano Femminile di Pugilato: la trasmissione era programmata per mercoledì alle 20.45 ma, dopo aver discusso con la commissione di vigilanza per il rispetto delle fasce protette, il tutto è slittato all’appuntamento settimanale delle 22.30 di domenica.

Indignato per queste decisioni il presidente del Coni Gianni Petrucci ha voluto lasciare alcune dichiarazioni dove non riesce a capacitarsi su quanto espresso dalla Rai: con la squadra del pugilato infatti la Nazionale Italiana è tornata a casa dalle Olimpiadi di Londra 2012 con tre medaglie che hanno di certo avvicinato molti bambini a questo sport. Nonostante si usino le mani infatti in ogni sport dove si lotta l’educazione fuori e dentro dal ring è una delle cose più importanti e fin da piccoli viene insegnata a chi decide di intraprendere questa carriera sportiva.

La Rai sposta in seconda serata il pugilato © JACK GUEZ/AFP/GettyImages

“Non riesco a capacitarmi di quanto sia avvenuto, vietando ai minori la visione di tali sport si offende anche il senso comune e l’intelligenza di quei genitori che, sull’onda dell’entusiasmo dei recenti Giochi Olimpici di Londra, dove queste quattro discipline hanno contribuito al medagliere azzurro con sei podi, hanno portato in massa i loro figli ad iscriverli nelle palestre di tutt’Italia di pugilato, judo, lotta e taekwondo. La crescita di nuovi tesserati in tali sport procede amaramente di pari passo con l’assurdità di certe scelte di ottusa burocrazia che lo sport italiano respinge con fermezza e di cui avremmo fatto volentieri a meno”.

Dopo le parole di Petrucci sono arrivate anche le dichiarazioni del presidente della Federpugilato, Franco Falcinelli il quale ha preso a braccetto quanto espresso dai vertici del Coni: in questo modo si sta infatti arrivando a toccare dei paradossi enormi. In televisione, durante le fasce protette, vengono trasmessi programmi diseducativi ed anche a sfondo sessuale, eppure nessuno si è mai lamentato anzi, una volta notato che gli ascolti sono aumentati, è stato proporzionalemnte aumentato il numero di trasmissioni dello stesso genere: per questo motivo quanto deciso dalla Rai è stato ritenuto assurdo da chi, come gli specialisti del pugilato, tolgono quotidianamente dalla strada ragazzi che si trovano a dover convivere con la malavita, portandoli a disputare uno sport tanto aggressivo quanto educativo.

“Il valore pedagogico di tale sport è testimoniato dal largo uso della sua disciplina nei programmi di riabilitazioni nelle carceri o per il recupero di giovani in territori ad alta concentrazione criminale. Togliere il ragazzo dalla strada con le sue facili lusinghe e portarlo in palestra è il primo obiettivo di tutti gli allenatori. Attraverso l’insegnamento delle regole e dei valori della boxe abbiamo il compito di formare essenzialmente l’uomo e solo in un secondo momento l’atleta”.

Parole chiare quelle del presidente della Fpi il quale, supportato anche dai grandi atleti azzurri come Clemente Russo e Roberto Cammarelle, sembra non avere alcuna intenzione di stare alle decisioni della Rai: il tutto è quindi rinviato a quando il servizio pubblico radiotelevisivo pubblicherà una risposta.

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