
Rossi-Marquez, finisce malissimo: senza rispetto - Ilpallonaro.com (screen Youtube)
Rossi-Marquez, un binomio che ha monopolizzato per anni il palcoscenico della MotoGP, assume toni a dir poco accesi.
È impossibile raccontare la MotoGP degli ultimi due lustri senza evocare l’epica sfida tra Valentino Rossi e Marc Marquez. Due piloti icona, divisivi e straordinariamente competitivi, che hanno trasformato la classe regina in un teatro di attrazione mondiale. Marquez, attualmente saldo in testa al campionato MotoGP, incarna potenza, aggressività e un istinto da predatore che ha inaugurato un’era di dominio. Con otto titoli mondiali in tasca, è ormai leggenda moderna. Di fronte a lui, Rossi, il “Dottore”, oggi si è ritirato dalle corse ma continua ad essere protagonista assoluto come team manager del VR46 Racing. Con sorprendente successo, ha costruito un vivaio di giovani talenti e ribadisce la sua intenzione di sottrarre posizioni di vertice al clan Marquez.
Tra i due, i duelli in pista hanno scritto pagine memorabili. Dal 2013 in poi, ogni Gran Premio si è trasformato in un episodio di un romanzo sportivo, fatto di sorpassi mozzafiato, tensione psicologica e colpi di scena. Ma il 2015 resta l’anno spartiacque: a Jerez, al Sachsenring e in altri circuiti, le manovre di Marquez a favore di Jorge Lorenzo hanno alimentato un dibattito che dura da dieci anni. In quei sorpassi, molti hanno visto un gioco di squadra, finalizzato a far perdere a Rossi il mondiale. L’episodio più discusso resta il famoso “calcio” a Sepang, complice una conferenza stampa velenosa che alimentò sospetti e divisioni. Il clima tra i due è rimasto teso. Rossi ha dedicato alcune dichiarazioni che riecheggiano rimpianti e accuse mai del tutto sopite. Marquez, dal canto suo, non è mai tornato pesantemente sulla vicenda, preferendo mantenere il silenzio e proseguire la sua corsa da campione indiscusso.
Querelle Rossi-Marquez, Reggiani: “Marquez deve chiedere scusa”
A riaccendere una polemica mai sopita è stato Loris Reggiani, ex pilota e voce autorevole del motociclismo italiano, che in un’intervista ha rilanciato senza giri di parole: “Marc ha mancato di rispetto al motociclismo. Quella stagione lo ha squalificato come uomo”. E poi ha aggiunto: “Anch’io ero suo tifoso, mi piaceva moltissimo vederlo in pista. Ma dopo il 2015 ha perso moltissimo sul piano umano. Per me dovrebbe solo chiedere scusa. Anche dopo dieci anni. Basta una parola: ‘scusa’. Agli appassionati, al motociclismo”. L’affondo di Reggiani si basa su una convinzione granitica: il titolo del 2015 sarebbe dovuto finire nelle mani di Valentino Rossi. Jorge Lorenzo ha vinto più gare, ma Valentino è stato più costante, più regolare. Senza quelle tre gare finali falsate, il mondiale l’avrebbe portato a casa lui, a 36 anni – ha proseguito l’ex motociclista.

E non manca un chiarimento sul famigerato episodio di Sepang: “Quel calcio? Ma quale calcio. Non è possibile spingere via una moto da 150 chili mentre è in movimento. Nemmeno la Dorna lo ha considerato tale”. Infine, Reggiani propone una via d’uscita al duello eterno che ha spaccato tifoserie e opinione pubblica per un decennio: “Sarebbe bello se Marquez riconoscesse l’antisportività di allora, e Rossi ammettesse di averlo provocato, magari con quella famosa conferenza stampa a Sepang. Così potremmo tutti mettere fine a questa storia”.