
Sinner in Formula 1: clamoroso, annuncio ufficiale - Ilpallonaro.com (screen Youtube)
In un mondo sportivo sempre più rumoroso e ipermediatico, Jannik Sinner continua a distinguersi per il suo stile sobrio, riservato, quasi controcorrente.
Nonostante la pressione del ranking, le aspettative crescenti e una vicenda personale delicata come quella che ha portato alla sua squalifica, il numero uno del tennis mondiale ha scelto un atteggiamento di compostezza e discrezione, disinnescando tensioni e polemiche con i fatti e con parole misurate. Nei mesi di stop – imposti dalla sospensione concordata con la WADA, durata tre mesi – Sinner ha preferito lavorare lontano dai riflettori, evitando uscite pubbliche superflue e mantenendo un profilo basso. Un approccio che ha contribuito ad aumentare l’empatia dei tifosi e il rispetto degli addetti ai lavori, anche in un periodo in cui il clamore mediatico avrebbe potuto travolgerlo.
Il suo rientro è ormai imminente: tornerà in campo agli Internazionali d’Italia, a Roma, dove sarà uno dei grandi protagonisti attesi a partire dal 9 maggio. Proprio in vista del rientro, Jannik ha concesso un’intervista alla RAI, nel corso della quale ha parlato a cuore aperto. Ha toccato tanti temi personali, senza mai alzare i toni, rivelando anche aspetti inediti del suo passato. Tra questi, un sogno che non ha potuto realizzare e che, ancora oggi, conserva con una punta di malinconia: la Formula 1.
Sinner e il suo sogno: “Formula 1? Non c’erano soldi”
Alla domanda su cosa avrebbe fatto nella vita se non fosse diventato tennista, Sinner ha risposto con sincerità spiazzante: “Da bambino il mio sogno era quello di diventare un pilota di Formula 1, perché ho una grande passione per le macchine. Ma senza soldi cosa potevo fare?”. È una frase che racconta molto di Jannik Sinner: della sua concretezza, della consapevolezza precoce delle difficoltà legate alla rincorsa di certi sogni, ma anche della profondità del suo vissuto. Cresciuto in una famiglia normale, lontana dai grandi centri del tennis mondiale, ha sempre avuto uno spirito sportivo poliedrico. Non è un mistero che fosse anche un promettente sciatore e un calciatore di ottimo livello da giovanissimo.

La scelta della racchetta è arrivata per vocazione e necessità. È stato il tennis, alla fine, a offrire a Sinner la via per esprimere il suo talento, in un contesto dove contavano prima di tutto la disciplina, la testa e la costanza. Ma il fascino dei motori non lo ha mai abbandonato. Lo si è visto anche di recente, quando ha fatto visita al paddock di Formula 1 ad Abu Dhabi, ritratto accanto a Charles Leclerc e Stefano Domenicali. Come tanti giovani della sua generazione, anche lui è cresciuto sognando le imprese di Hamilton, Vettel, Alonso. Ma rispetto a tanti coetanei più fortunati economicamente, Sinner ha dovuto fare una scelta, e lo ha fatto con lucidità. Mi piaceva anche il calcio, ma dovevo decidere – ha ammesso. Oggi è il numero 1 del tennis mondiale, ma quella passione per la velocità resta parte della sua storia. Forse un piccolo rimpianto, forse una motivazione in più per continuare a spingere, anche senza un volante tra le mani.