F1: 3 GP a rischio per il 2012, la Ferrari invoca la “terza vettura”

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Oggi pomeriggio, 3 novembre, la Commissione Formula 1, composta da un rappresentante di ogni team, si rinunirà a Ginevra per discutere le diverse proposte all’ordine del giorno e apportare eventualmente modifiche al regolamento per il 2012. Al vaglio della Commissione ci saranno tre temi caldi e che riguardano il calendario della prossima stagione, la customer car e il cambio di denominazione di alcune scuderie che partecipano al Mondiale di F1.

Nello scorso mese di agosto è stato reso noto il calendario di Formula 1 per il 2012 che, come nelle intenzioni di Bernie Ecclestone, prevedeva 20 gare. Ora però tre di questi rischiano la cancellazione per problemi economici delle società che detengono le proprietà dei circuiti. Dopo l’esclusione, già peraltro ratificata, del Gran Premio di Turchia, il calendario rischia di perdere altri pezzi, da valutare sono infatti le posizioni del GP di Corea, quello del Bahrain e il nuovo degli Stati Uniti. In realtà solo le difficoltà del primo e del terzo sono legate a problemi di natura finanziaria: il Gran Premio coreano, giunto alla sua seconda edizione, in origine avrebbe dovuto far muovere capitali ed investimenti verso la zona del circuito con la costruzione di grattacieli, centri commerciali e zone adibite alla ristorazione e ricreazione della popolazione ma le cose sono rimaste tali e quali a com’erano due anni fa, in pratica il circuito sorge in una zona ancora deserta, e il bilancio dopo solo pochi mesi è in forte passivo mentre i lavori di costruzione del nuovo circuito di Austin nel Texas, che avrebbe dovuto fare il suo ingresso in F1 nella prossima stagione con la gara programmata per il prossimo 18 novembre, procedono a singhiozzo vista la mancanza di reperibilità di altri fondi che consentirebbero l’ultimazione della struttura. Per quanto riguarda invece il GP del Bahrain, che è stato cancellato a causa delle rivolte della popolazione a maggioranza sciita contro la dinastia sunnita che governa l’arcipelago del Golfo Persico da generazioni seguendo l’onda delle rivolte che hanno interessato tutto il Medio Oriente e il Nord Africa in primavera, la situazione politica nel paese resta instabile e potrebbe portare ad una nuova cancellazione del Gran Premio che farebbe saltare per il secondo anno l’evento. Se questi tre appuntamenti dovessero saltare, allora ci ritroveremmo con un Mondiale 2012 composto da 17 Gran Premi.

Oggi verranno discussi anche i cambi di denominazione delle due scuderie che quest’anno si sono presentati ai nastri di partenza sotto lo stesso nome Lotus Renault e della Virgin. Per quanto riguarda le prime due dopo un lungo contenzioso a spuntarla è stata l’ex Renault della Genii Capital, la società che detiene le azioni della scuderia francese con sede ad Enstone, che dall’anno prossimo potrà fregiarsi in maniera esclusiva della denominazione Lotus, nome che quest’anno campeggiava sui telai delle vetture soltanto come main sponsor e che invece dall’anno prossimo sarà a tutti gli effetti la gloriosa scuderia di Formula 1 che vanta ben 7 titoli Mondiali. L’altra Lotus Renault, quella del malese Tony Fernandes e guidata da Jarno Trulli, dall’anno prossimo assumerà invece la denominazione di Caterham. Infine la Virgin cambierà nome in Marussia, nome della casa automobilistica russa che ha acquisito la maggioranza del capitale azionario della scuderia di Richard Branson.

Infine chiudiamo con il capitolo dedicato alla terza vuttura, si tratta della reintroduzione in F1 della customer car, proposta caldeggiata dalla Ferrari che avrebbe intenzione di mettere in pista una terza vettura da vendere poi ad una scuderia satellite e metterci alla guida un giovane pilota di proprietà per consentirgli di crescere e accumulare esperienza. Proposta che però trova l’opposizione di Red Bull, McLaren e Mercedes. Il pro è che i team minori avrebbero notevoli vantaggi in termini di contenimento di costi dal momento che “comprare” una monoposto risulterebbe più economico di progettarne una per conto proprio ma questo, secondo le scuderie oppositrici, andrebbe contro gli accordi stabiliti nel Patto della Concordia, in vigore fino al 2012, e andrebbe contro i principi attuali della Formula 1 basati sulla competitività tra idee e progetti differenti.

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