Ibarbo, fra Suazo e Asprilla, ma il suo esempio è Robinho

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Victor Ibarbo | © Maurizio Lagana/Getty Images

Un’azione spettacolare, degna dei più grandi del mondo del calcio, che ha stupito tutti coloro che lo hanno visto all’opera per la prima volta, nella gara fra Catania e Cagliari di domenica scorsa, Victor Ibarbo, l’ultima scommessa di Cellino.

Victor Ibarbo | © Maurizio Lagana/Getty Images

Un’azione da manuale, al 64′, quando il colombiano Ibarbo porta a spasso un difensore esperto come Nicola Legrottaglie, fino alla linea di fondo, facendolo cadere con una finta,  vitando Spolli ed Andujar con una irridente quanto solo apparente facilità, di tocco e di passo, mettendo in rete il gol decisivo per la vittoria del suo Cagliari al Massimino. (di seguito il video Ibarbo)

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Victor Ibarbo, “il Prupu” come lo hanno ribattezzato in Sardegna (il Polipo, per le sue movenze, ndr) così, conquista gli onori della cronaca, all’età di 21 anni, con il primo gol in maglia rossoblu, dove è approdato nel Luglio 2011, dopo un’esperienza in Colombia nell’Atletico Nacionàl, con cui ha vinto il Torneo Apertura 2011, e dove è stato “scovato” dal figlio del presidente Cellino, che non ha esitato ad acquistarlo immediatamente.

Un giocatore nato nel ruolo di attaccante, ma ben adattabile anche al ruolo di centrocampista, sfruttando le sue notevoli doti fisiche, fatte di velocità di corsa e grande capacità di inserirsi negli spazi.

Ecco, così, che i paragoni già si sprecano, come sempre accade in occasione dell’esplosione di qualche giovane interessante: Asprilla e Suazo i paragoni più ricorrenti, il primo per la Nazionalità comune in parallelo alle sue grandi stagioni al Parma degli anni ’90, il secondo per la maglia comune, quella del Cagliari, con la quale l’hondureno ha raggiunto il picco massimo del suo rendimento italiano.

Ibarbo, però, mantiene i piedi per terra, cercando di volare basso, e ritenendo eccessivi per lui questi paragoni così importanti, almeno per ora: “per adesso il mio unico pensiero è imparare a conoscere bene il calcio italiano”.

Se David Suazo e Fausto Asprilla sono ancora lontani, il giovane colombiano ammette, però, di ispirarsi al brasiliano Robinho, per la sua allegria nello scendere in campo, che traspare dal suo modo di giocare: se continuerà sulla strada intrapresa domenica, l’allievo potrebbe superare il maestro.

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