Le protagoniste della Champions League. Focus on: Real Madrid

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Real Madrid in semifiinale di Champions League | © Alex Livesey/ Gtty Images

Il Real Madrid non riesce a vincere la Champions League dal 2002, anno in cui gli spagnoli piegarono per 2-1 il Bayer Leverkusen di Lucio nella finale di Glasgow. Tutto un altro Real rispetto a quello che conosciamo oggi. Allora i madrileni erano i Galacticos, pieni zeppi di campioni in ogni zona di campo; anche se c’era un’abbondanza pazzesca e certi giocatori risultavano ridondanti se non addirittura inutili, poco importava. Più soldi sono spesi, più c’è possibilità di vincere. Questa, più o meno, era la filosofia dei blancos, con il presidente Florentino Pèrez, alla sua prima esperienza in società, disposto a ogni tipo di follia economica pur di attirare l’attenzione mediatica acquistando i campioni più in voga. Purtroppo la vittoria ottenuta 11 anni fa può considerarsi soltanto un caso in questo ultimo decennio europeo che per il Real Madrid ha riservato molte più delusioni che non soddisfazioni. Flop clamorosi, sconfitte ingiustificabili e tanti, veramente troppi, milioni gettati al vento per un club che con la rosa avuta a disposizione avrebbe dovuto vincere la Champions League annualmente. Le strategie di mercato sono cambiate nella seconda era della presidenza Pèrez (2009): le sessioni di mercato vedevano ancora tantissimi soldi spesi ma almeno gli acquisti erano funzionali al gioco del Real Madrid. Non c’era più tempo di collezionare figurine per l’album visto che i rivali di sempre del Barcellona stavano incantando il mondo con il loro gioco basato sul settore giovanile e sul possesso palla. Tutto l’opposto dei talenti importati dall’estero e sulla propensione ostinata verso la fase offensiva. Nel 2010 ecco una svolta: sulla panchina del Real Madrid arriva Josè Mourinho, l’uomo che ha vinto la Champions League con i semisconosciuti giocatori del Porto e che ha centrato uno storico Triplete con l’Inter (i nerazzurri non vincevano la Coppa dalle grandi orecchie da più di 50 anni). Visti i precedenti, che ci vuole per lo Special One far vincere anche la corazzata Real Madrid? Le premesse sono più che buone ma in due anni sono arrivate due eliminazioni al tritolo per Mou: prima l’odiato Barcellona poi il Bayern Monaco hanno contribuito a rendere ancora più amara la storia recente in Europa del Real Madrid.

Real Madrid in semifiinale di Champions League | © Alex Livesey/ Gtty Images
Real Madrid in semifiinale di Champions League | © Alex Livesey/ Gtty Images

LA FORZA DEI SINGOLI – Il Real Madrid si è sempre basato sulla forza dei singoli, sui colpi di genio dei suoi innumerevoli campioni in poche parole nell’individualità. La critica, e forse anche causa dell’insuccesso fuori dai confini spagnoli per un club che in Liga ha (quasi) sempre fatto la voce grossa, è la mancanza di un progetto, di un modello sul quale costruire un futuro. Il club va avanti e campa sulle bombe di mercato; ogni anno un giocatore nuovo, un possibile salvatore della patria che puntualmente viene smentito e catalogato come flop. L’unico in grado di aver dimostrato di valere davvero i soldi pagati per il suo cartellino è Cristiano Ronaldo che con la maglia delle merengues sta polverizzando ogni record di gol. Per gli altri, ci sono luci e ombre:  enormi e talentuosi con le piccole squadre, inesistenti nei momenti chiave della stagione. In ogni caso quest’anno è davvero l’ultima chance per il Real Madrid di riconquistare quella coppa che ormai è un’ossessione. Quest’anno le prime crepe sono arrivate nella fase a gironi in un gruppo difficile ma di certo all’altezza dei campioni spagnoli. Fra le avversarie figurano il Borussia Dortmund, che si qualificherà primo, l’Ajax e il Manchester City. Nella prima giornata, sono proprio gli uomini di Mancini gli ospiti del Real Madrid. Al termine di una partita fantastica, gli uomini di Mourinho riescono a vincere per 3-2 sorpassando in modo rocambolesco gli inglesi soltanto nel finale. Marcelo pareggia il gol di Dzeko ma i citizens si riportano in vantaggio con Kolarov all’85’. Nel finale accade l’impensabile e le reti di Benzema e Ronaldo regalano al Real Madrid la prima vittoria della Champions League. La seconda giornata è decisamente più tranquilla con un 4-1 senza storia che i blancos rifilano al povero Ajax all’Amsterdam Arena grazie alla tripletta del sempre più decisivo Cr7 e il gol di Benzema. La squadra che ha dato fastidio in modo particolare agli spagnoli è il Borussia Dortmund: in due partite soltanto un punto per i madrileni, sconfitti 2-1 a Dortmund (nel Real a segno ancora Ronaldo) e frenati sul 2-2 in casa (Pepe e Ozil all’ultimo minuto). Alla penultima giornata arriva un altro pareggio, 1-1 con il City in quel di Manchester firmato Benzema mentre nell’ultima gara della fase a gironi disputata al Bernabeu ecco un altro 4-1 con l’Ajax (Cristiano Ronaldo, Kakà e doppietta di Callejon). Mourinho deve però accontentarsi di passare come seconda forza del gruppo G. Il Real Madrid non ha mostrato una grande coesione di squadra ed è stata più volte salvata dal provvidenziale talento del suo asso Ronaldo o da altre individualità di singoli elementi.

FORTUNA E CR7 – Dagli ottavi in poi sono due i fattori che hanno aiutato il Real Madrid ad arrivare sino alle semifinali: la fortuna di essere stati agevolati da alcune sviste arbitrali e la classe immensa di Cristiano Ronaldo, il giocatore più forte al mondo al pari secondo alcuni, peggiore/migliore secondo altri, di Messi. Il Manchester United è il primo ostacolo dei Galacticos nella corsa alla finalissima di Wembley. Al Bernabeu arriva un pareggio che a dirla tutta va un po’ stretto agli inglesi che a tratti hanno davvero messo alle corde i padroni di casa.  Al vantaggio iniziale di Wellbeck arriva il pareggio quasi immediato di Ronaldo; tutto rimandato all’Old Trafford dove l’arbitro turco Cakir incappa in una serataccia che favorirà il Real Madrid. A inizio ripresa Sergio Ramos beffa il proprio portiere e segna nella porta sbagliata e il Manchester United sembra aver il passaggio del turno ormai in tasca fino a quando il direttore di gara decide di espellere Nani per un intervento, sì falloso, ma assolutamente non da punire con il rosso. La morale è che con l’uomo in meno il Real ribalta il risultato e va a vincere 2-1 grazie ai gol di Modric e Cristiano Ronaldo. Ai quarti di finale arriva invece un avversario sulla carta nettamente inferiore: il Galatasaray di Sneijder e Drogba. In Spagna non c’è partita e i blancos rifilano un netto 3-0 ai turchi (Ronaldo, Benzema e Higuain) ma in Turchia il Real rischia tantissimo. Dopo il vantaggio iniziale di Ronaldo il Galatasaray si sveglia sospinto dal proprio pubblico e arrivano tre gol in rapida successione. Il rischio di una storica rimonta viene stroncato dal gol di Cr7 che consente al Real di perdere “solo” per 3-2. In semifinale c’è una vecchia conoscenza: il Borussia Dortmund. La finale è un’ossessione e se non arriverà quest’anno non sappiamo più cosa dire.

GIOCATORI CHIAVE – Partiamo con una premessa: ci sono tantissimi giocatori  di talento ma solo alcuni possono essere considerati determinanti. Cristiano Ronaldo è l’uomo in più del Real Madrid. In una squadra che si basa tutta sulla classe dei singoli, il portoghese è la punta di diamante. Per lui 11 gol in 10 partite fino alle semifinali. In porta, con Casillas relegato inspiegabilmente come vice da Mourinho, non ci sono le garanzie di una volta. In difesa sta crescendo il giovane Varane, autore di ottime prestazioni difensive. Inoltre da considerare il grande appoggio del pubblico nelle partite giocate in casa al Santiago Bernabeu: sempre uno spettacolo e un’iniezione di forza per i giocatori del Real Madrid.

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