Basket e Pallanuoto in lutto, se ne va Cesare Rubini.

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Il basket e la pallanuoto italiana sono in lutto per via della scomparsa di Cesare Rubini, esempio sportivo del dopoguerra italiano, unico europeo presente in 2 Hall of Fame: nel 1994 infatti fu eletto nella “Naismith Basketball Hall of Fame” di Springfield (Massachusetts) e nel 2000 è entrato anche a far parte della “International Swimming Hall of Fame”. Nel periodo post Seconda Guerra Mondiale Cesare Rubini fu pioniere in entrambe le discipline, vista la sua struttura fisica ed atletica di prim’ordine e polivalente, la possibilità di disputare entrambi i campionati, quello di basket e quello di pallanuoto, fu possibile perchè coprivano 2 periodi diversi dell’anno e non si accavallavano: in autunno e in inverno Rubini si dedicava al basket e in estate si concedeva alla pallanuoto.

La Carriera sportiva: nel 1941 fa parte dell’Olimpia Milano nel campionato di basket e nel 1945 diventa capitano della Nazionale universitaria di pallacanestro. Argento nel 1946 agli Europei di basket nel 1947 vince anche l’europeo di pallanuoto nello stesso anno  e diventa  allenatore – giocatore dell’Olimpia Milano.

Nel 1948  Rubini va a Londra con la nazionale di pallanuoto dove vince l’oro (e 4 anni dopo ad Helsinki il bronzo). Negli stessi anni però torna contemporaneamente sui parquet di basket dove conquista ben 5 scudetti (dal 1950 al 1954). Poi si concentra sulla panchina dell’Olimpia Milano. A partire dal 1957, conquista 10 titoli nazionali sempre con l’Olimpia, nel triennio 1957-60, nel 1962-63, nel 1965-67 e nel 1972. In questi anni realizza anche uno straordinario primato con un record di 322 vittorie e 28 sconfitte. In totale, a Milano, Rubini vince 501 incontri. Da sottolineare come da allenatore, con la conquista della Coppa Campioni nel 1966 e le due Coppe delle Coppe nel 1971 e nel 1972, raggiunge i primi successi internazionali della pallacanestro italiana.

Come responsabile della nazionale di pallacanestro, vince l’argento ai Giochi Olimpici di Mosca 1980, l’oro agli Europei di Nantes del 1983, l’argento agli Europei di Roma del 1991, ed anche al bronzo degli Europei di Stoccarda del 1985.

Rubini era malato da molto tempo del morbo di Alzheimer. E’ deceduto per le complicazioni di una broncopolmonite.

Queste le parole di Dino Meneghin, Presidente della Federazione Italiana Pallacanestro:

  • Era una grande persona e un grandissimo personaggio. Solo così puoi spiegarti la sua forza e come sia riuscito a far parte di due Hall of Fame, quella del basket e quello della pallanuoto. E’ stato un innovatore, insieme ad Adolfo Bogoncelli, il presidente all’epoca dell’Olimpia Milano, ha inventato la pallacanestro moderna, la sua spettacolarizzazione, la creazione della notizia per portare il basket fuori dal basket. Ricordo la sua signorilità, il suo modo di stare in panchina, aveva un carattere forte, decisamente incuteva rispetto, anche solo con la sua presenza e senza proferire parola, ma al contempo era capace di grandi gesti con i suoi giocatori. L’ho conosciuto bene in Nazionale. Abbiamo vinto insieme la medaglia d’Argento ai Giochi Olimpici e l’Oro agli Europei di Nantes. Durante i tanti Ignis-Simmenthal che abbiamo giocato contro ammiravo la sua personalità, la sua forza, il personaggio pubblico. In Nazionale, quando è diventato responsabile del Settore Squadre Nazionali, ho conosciuto l’uomo ed apprezzato la sua umanità, il suo senso di appartenenza, la disponibilità nei confronti dei giocatori. Di certo non meritava la lenta agonia con cui ci ha lasciati“.

Meneghin, a titolo personale e a nome del Consiglio Federale e degli impiegati Fip, ha espresso anche il più profondo cordoglio alla famiglia Rubini.  Meneghin ha disposto anche un minuto di silenzio su tutti i campi per onorarne e commemorarne la memoria.

Paolo Barelli, Presidente della Federazione Italiana Nuoto invece lo ricorda così:

  • Lo sport perde una leggenda, un esempio, un atleta eclettico dalle immense doti tecniche, e un dirigente fermo, lungimirante, dalla sconfinata passione, la Federnuoto esprime il cordoglio dell’intero movimento nazionale e ricorda con ammirazione, e profonda commozione, l’ultimo grande campione olimpico del Settebello medaglia d’oro ai Giochi di Londra 1948“.

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