Bosman, l’uomo che ha cambiato il calcio è al verde e combatte contro l’alcool

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Correva l’ anno 1995 ed uno sconosciuto giocatore belga, decise di intraprendere una delle battaglie legali più avvincenti della storia dello sport e non solo. Il suo nome è Jean-Marc Bosman proprio quel cognome che, accoppiato alla famosa sentenza del ’95, permise ai giocatori di trasferirsi gratuitamente ad un altro club alla scadenza del loro contratto.

Una sentenza storica che cambiò improvvisamente il mondo del calcio per sempre, un cambiamento forse per molti giusto e invece per altri no, ma che fece di Jean-Marc Bosman un simbolo conosciuto in tutto il mondo. Di quel giocatore ma soprattutto di quell’uomo adesso non resta quasi nulla, infatti Bosman vive grazie al sussidio statale in una casa alla periferia di Liegi senza nemmeno la possibilità di stare accanto alla propria famiglia, la compagna Carine e i due figli Martin e Samuel.

In un intervista esclusiva al Sun queste le tristi parole di Bosman:  “È stata molto, molto dura perché ho vinto davanti alla corte ma io sono l’unico ad aver pagato, pagato e pagato. La gente pensa che io abbia messo da parte una fortuna, ma la mia presunta fortuna non arriverebbe a pagare nemmeno un giorno dello stipendio di Wayne Rooney. I soldi presi dalla FifPro (200mila sterline, ndr) e il risarcimento stabilito dalla corte (si parla di un milione di sterline, ndr) sono stati inghiottiti dagli avvocati e dalle spese processuali, mentre l’idea della partita-celebrazione che ci sarebbe dovuta essere è fallita e mi sono accontentato di un match contro il Lille davanti ad appena 2mila persone”.

“La mia vittoria nel processo Bosman è stata enorme, ma la vittoria più grande è stata quella contro l’alcool. Dovrei essere il giocatore più famoso del Belgio, ho il mio posto nella storia e ho combattuto a lungo per conquistarlo, ma nessuno mi conosce. Non voglio aver fatto tutto questo per niente. Sono felice che ora i miei colleghi guadagnino un sacco di soldi, non sono geloso di questo e ho dato la mia carriera affinchè non fossero più trattati come degli schiavi. Voglio solo che il merito mi sia riconosciuto e che la gente sappia che come esiste una legge Bosman esiste anche un ragazzo che per quella legge ha dato tutto e che per questo è diventato un alcolizzato.

Infatti dopo la sentenza, Bosman inizia la parabola discendente della propria vita, depressione e alcool la fanno da padrone a tal punto da fargli rischiare la vita con un unico pensiero, aver buttato la carriera e forse anche la vita, per una battaglia che ha arricchito tutti, anzi quasi tutti.

 

 

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