Cagliari-Roma ufficiale lo 0-3 a tavolino

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Gli spalti dell'inagibile Sant'Elia di Cagliari | © Enrico Locci/Getty Images

Dopo il rinvio a data da destinarsi disposto dalla Prefettura per Cagliari-Roma, prevista per la quarta giornata di serie A, e le conseguenti ipotesi connesse al “se, come, quando e dove” far giocare il match, è giunta la notizia ufficiale della sconfitta a tavolino per la squadra rossoblu con punteggio di 0-3 a seguito della decisione del giudice sportivo. In tal senso, Tosel ha motivato il suo provvedimento definendo come “provocatoria” l’iniziativa assunta dalla società Cagliari, che ha costituito una “palese violazione” delle norme che impongono alle Società l’osservanza delle disposizioni emanate in materia di pubblica sicurezza.

Quanto stabilito dalla giustizia sportiva, dunque, risulta come la diretta punizione del club sardo che paga le colpe del suo presidente Massimo Cellino, il quale con la sua condotta ha influito in maniera “diretta ed esclusiva” sull’impossibilità di far disputare regolarmente il match. Infatti, nonostante l‘inagibilità dello stadio Sant’Elia accertata da diversi sopralluoghi delle forze dell’ordine e dei Vigili del fuoco, il presidente rossoblu aveva invitato i tifosi abbonati a recarsi ugualmente allo stadio, contravvenendo alla decisione di far disputare la partita a porte chiuse e, di fatto, tale circostanza ha indotto al rinvio della gara, danneggiando gli stessi tifosi ma anche la squadra ospite.

Gli spalti dell’inagibile Sant’Elia di Cagliari | © Enrico Locci/Getty Images

Proprio il tal senso, la stessa As Roma aveva subito deciso di definirsi “parte lesa”  presentando reclamo alle autorità sportive competenti al fine di ottenere la vittoria a tavolino, con il direttore generale giallorosso Franco Baldini che ha definito tale decisione “non come una scelta ma come un obbligo” per tutelare gli interessi della società, della squadra e dei suoi tifosi.

Alla posizione assunta dalla Roma e dal dg Baldini aveva replicato lo stesso presidente Cellino, apostrofando come “avvoltoio” il dirigente giallorosso ed accusandolo di voler approfittare della situazione di difficoltà del suo club per ottenere una vittoria “non sul campo”, rigettando al mittente le accuse di aver causato il rinvio della partita e, per tal motivo, il Cagliari presenterà ricorso nei prossimi tre giorni a disposizione, come già annunciato dal suo legale l’avvocato Mattia Grassani. La posizione del Cagliari, infatti, era già ben delineata dalla giornata di ieri, quando il club ha diramato un comunicato ufficiale per affermare come fosse contrario all’intervento della giustizia sportiva nel merito della questione – “perchè la gara non è mai stata giocata per ordine del Prefetto”.

Tuttavia, non era pensabile che tale situazione potesse venir risolta diversamente da quanto avvenuto proprio a causa del comportamento irresponsabile di Cellino: mai prima d’ora era accaduto che un dirigente di un club intervenisse, direttamente o indirettamente, nel rendere impossibile lo svolgimento di un match e, dunque, la decisione di Tosel va anche nella direzione di una dura stigmatizzazione di simili atteggiamenti, punendo la squadra per punire il suo “numero uno”, oltre che per evitare di creare un pericolosissimo precedente.

Inoltre, proprio per approfondire la posizione di Massimo Cellino, lo stesso giudice sportivo Tosel ha deciso di trasmettere copia degli atti al Procuratore Federale Stefano Palazzi, affinchè possa analizzare e valutare per quanto di sua competenza la posizione assunta dal presidente cagliaritano nella vicenda: il presidente rossoblu, in tal senso, rischierebbe di essere deferito oltre che di vedersi comminare altri provvedimenti disciplinari da parte della giustizia sportiva.

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