Il Pallonaro

Calciopoli, processo ridicolo per Agnelli ma Moratti non ci sta

Continua il tam tam mediatico e di dichiarazioni botta e risposta tra i vertici della Juventus e dell’ Inter sul processo Calciopoli. Gli ultimi squilli di tromba provengono dal n.1 juventino e cioè, il presidente Andrea Agnelli che ha dichiarato senza neanche troppi giri di parole, che tutto il procedimento è un’ autentica farsa a dimostrazione del fatto che i legali juventini non hanno avuto nemmeno il tempo di leggere tutte le carte del procedimento.

A rincarare la dose ci pensa l’avv. Prioreschi, legale di Luciano Moggi che nella trasmissione “Signora Mia” ha dichiarato, su domanda di un telespettatore se vale la prescrizione per la violazione dell’art. 1 da parte dell’Inter per le sue telefonate fatte riemergere dai consulenti di Moggi,: “Io lascio il campo ai miei colleghi che nel collegio difensivo si occupano di giustizia sportiva. A mio parere, però, non c’è la prescrizione, perché la violazione dell’art. 1 è stata reiterata ogni giorno, dal 2006 fino a quando non sono uscite le loro telefonate”. L’avvocato ha spiegato che nel 2006, appena scoppiato lo scandalo, i dirigenti interisti sapevano che anche loro telefonavano e sono stati zitti, poi gli hanno assegnato lo scudetto e sono stati zitti. Prioreschi ha concluso “Pertanto, visto che l’art. 1 parla di lealtà, a mio parere questo tacere da parte dei dirigenti interisti è andato contro la lealtà sportiva e reiterato la violazione dell’l’art. 1”.

Il presidente dell’ Inter Massimo Moratti, ha voluto replicare alle dichiarazione di Andrea Agnelli, lamentando di non sapere assolutamente cosa abbia in testa il giovane rampollo di casa Agnelli e di essere a conoscenza che il procuratore Palazzi lo attende per porgli qualche domanda in merito al periodo tormentato degli anni 2003/2206 rendendosi disponibile a qualsiasi tipo di chiarimento.

Nell’ attesa di un nuovo capitolo sulla vicenda, occorre per chi vi scrive, fare chiarezza su alcuni punti: sulla condotta di Luciano Moggi non vi è nulla da dire, l’ ex Dg juventino ha abusato fin troppo della sua posizione di potere andando oltre il lecito consentito dal punto di vista sportivo. Dal punto di vista penale la situazione cambia notevolmente, il processo in corso a Napoli ha scoperchiato il c.d. “vaso di pandora” sui rapporti che molte squadre (compresa l’ Inter), tenevano in maniera poco ortodossa da un punto di vista etico – sportivo con i maggiori dirigenti della categoria arbitrale. Purtroppo la gravità della situazione sta nel fatto che, quando il tempo ha consentito un’ analisi ed un controllo maggiore da parte sia dei legali di Moggi che degli inquirenti, verificando che la c.d. cupola in realtà non esiste, questo è avvenuto nella sede penale e non in quella sportiva, rendendo appunto tutto il procedimento “Calciopoli” del 2006 privo di qualsivoglia fondamento giuridico sia dal punto di vista della ragionevole durata del procedimento sia sulle garanzie riconosciute alla difesa dell’ imputato.

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