Calcioscommesse, Antonio Conte indagato nell’inchiesta Last Bet

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Antonio Conte | © GABRIEL BOUYS/AFP/GettyImages

Le prime luci dell’alba di questa mattina non hanno portato con sè un buon risveglio in molte case o, perlomeno, in quelle di diversi protagonisti del nostro calcio: sono giunti, così, diciannove provvedimenti restrittivi da parte della polizia di Cremona, tra cui gli arresti del centrocampista laziale Stefano Mauri e di Omar Milanetto, ex del Genoa ed attualmente in forza al Padova, con l’accusa di associazione per delinquere finalizzata alla truffa e frode sportiva, riscontrata nell’almbito della nuova tranche dell’inchiesta “Last Bet”, quella che, per intenderci, ha già condotto agli arresti 16 persone negli scorsi mesi, tra cui l’ex bomber Beppe Signori.

Un nuovo ciclone, dunque, si abbatte sul nostro calcio, a distanza esatta di sei anni dallo scandalo calciopoli, che esplose proprio alla vigilia dei Mondiali 2006: questa volta, gli inquirenti sono giunti anche nel ritiro Azzurro di Coverciano, in relazione all’avviso di garanzia consegnato a Mimmo Criscito, difensore dello Zenit ed ex Genoano, ma l’aspetto maggiormente clamoroso nell’operazione condotta quest’oggi, appare la perquisizione nell’abitazione di Antonio Conte, tecnico della Juventus campione d’Italia, indagato in riferimento al periodo in cui allenava il Siena in Serie B. Il coinvolgimento, in particolare, sarebbe in riferimento alla presunta combine nella gara contro il Novara dello scorso 30 Aprile 2011, cui si riferiscono le accuse del “pentito” Filippo Carobbio, che rivelò l’esistenza di un accordo per terminare la gara in parità, di cui Conte era a conoscenza al punto da rassicurare i suoi durante la riunione tecnica pre-gara “perchè l’accordo con il Novara per il pareggio era già stato raggiunto”. 

Il blitz della Polizia, così come ha spiegato il procuratore di Cremona Di Martino anche nel caso delle altre perquisizioni effettuate, sarebbe stato finalizzato all’individuazione di eventuali elementi di rilievo nell’abitazione del tecnico e nei supporti informatici, sottoposti a backup, in considerazione delle accuse rivoltegli. Il mister bianconero, al momento della perquisizione era fuori città ed i poliziotti sono stati accolti da suo fratello ma, secondo quanto riportato dal suo legale, l’avvocato Antonio De Rencis, Antonio Conte “ha reagito come fanno le persone completamente estranee a certe vicende, ed è fortemente determinato a dimostrare la sua estraneità ai fatti contestati”.

I fatti in questione, come detto, si riferiscono al campionato 2011 e se le accuse a Conte dovessero essere confermate sarebbe il Siena a rispondere per responsabilità oggettiva, in virtù del fatto che le partite “sospette” dei toscani sarebbero ben 8 e che, pertanto, è stato indagato anche il presidente Massimo Mezzaroma: la Juventus non rischia nulla ma, in tal caso, avrebbe comunque un ingente danno considerando l’eventuale squalifica del tecnico, fresco di rinnovo contrattuale fino al 2015.

Antonio Conte | © GABRIEL BOUYS/AFP/GettyImages

I possibili scenari sono i seguenti: in caso di condanna per omessa denuncia la squalifica sarebbe pari ad 8 mesi, che può ridursi a 3-4 mesi in caso di patteggiamento; se, invece, venisse contestato l’illecito, la squalifica oscillerebbe dai tre anni sino alla radiazione. C’è da dire, però, che la posizione di Antonio Conte, così come quelle degli altri “perquisiti” è ancora da verificare e, pertanto, così come ha raccomandato lo stesso procuratore Di Martino in conferenza stampa, è opportuno adoperare la giusta prudenza ed accortezza nelle valutazioni, “perchè un avviso di garanzia non equivale alla colpevolezza”: in tal senso, infatti, è opportuno registrare anche le dichiarazioni di Christian Bertani, ex attaccante del Novara arrestato questa notte, secondo il quale “la gara fra Siena e Novara sarebbe stata disputata in maniera leale e, dunque, Conte può stare tranquillo”.

La “palla” passerà ora a Stefano Palazzi, procuratore federale, che sembra aver atteso gli sviluppi dell’inchiesta di Cremona prima di interrogare il mister juventino ed altri calciatori coinvolti: si preannuncia, così, un calendario denso di nuovi interrogatori finalizzati a “stringere i tempi” dell’inchiesta entro la fine di giugno, per garantire lo svolgimento dei processi a Luglio, in tempi utili con la definizione delle liste Uefa per la partecipazione delle squadre italiane alle coppe europee.

Sei anni dopo si preannuncia una nuova estate caldissima.

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