Assolto Carlino in Cassazione, nessuna pace per Marco Pantani

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Marco pantani ©FRANCK FIFE/AFP/Getty Images

La Corte di Cassazione ha ribaltato le sentenze di primo e secondo grado che avevano decretato la condanna di Antonio Carlino, il pusher reo di aver venduto  una partita purissima di cocaina che ha causato l’overdose letale al “Pirata”. “Assolto perché il fatto non sussiste”, questa la definitiva conclusione che ha sancito la Suprema Corte in una delle pagine più tristi della storia del ciclismo italiano e mondiale.

Marco Pantani ©FRANCK FIFE/AFP/Getty Images
Il sostituto procuratore generale della Cassazione Oscar Cedrangolo aveva chiesto l’annullamento senza rinvio della parte più pesante della condanna di Carlino relativa all’accusa di omicidio come conseguenza di altro reato, e aveva invece chiesto la conferma della condanna per lo spaccio. Ma la Cassazione ha annullato entrambe. Cedrangolo, comunque, aveva messo in evidenza la mancanza di prove a carico di Carlino rilevando che non aveva comunicato a Miradossa e Veneruso il domicilio di Pantani e inoltre non sapeva che il campione di ciclismo da poco e per un pelo era stato salvato da un’altra overdose. “È la fine di un incubo”, così Fabio Carlino, l’ex titolare di una agenzia di ragazze immagine di Rimini, ha commentato la sentenza della Cassazione che lo ha scagionato da ogni accusa nella vicenda della morte di Marco Pantani.  Mentre è molto duro il commento di Tonina, la mamma di Marco sulla sentenza: “È una vergogna, non c’è giustizia, anzi, è stata fatta ancora una volta dell’ingiustizia, quanto accaduto è incredibile. Non esiste giustizia, in Italia si possono rovinare le persone e poi farla franca. Eravamo certi di vincere, ma io non mi abbatto. Ci sono aspetti inspiegabili di tutta questa vicenda, dentro di me c’è una tristezza enorme” Forse non sapremo a chi attribuire le responsabilità della morte di Marco Pantani, ma sicuramente un po’ tutti dovremmo recitare un mea culpa per aver abbandonato nel momento del bisogno una persona dimostratasi fortissima fisicamente, ma purtroppo molto fragile psicologicamente tanto da abbandonarsi alla compagnia letale dell’unica “amica” rimastagli in quella triste notte del 14 febbraio del 2004.

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