Ciclismo, Frank Schleck, adesso il doping è tecnologico

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Purtroppo il ciclismo da molto tempo, riesce ad essere presente nelle prima pagine sportive non più per le imprese dei suoi protagonisti ma per il doping, anche se adesso le provette e le trasfusioni non sono presenti. Infatti adesso, per aumentare le prestazioni è scesa in campo la tecnologia, ma non quella lecita fatta di bici sempre più innovative e leggere, ma quella illecita.

Un famoso film s’ intitolava “sotto il vestito niente” ma sotto il vestito di Franck Schleck invece spunta la carena. Ebbene si, Frank Schleck (compagno di Cancellara sia lo scorso anno alla Saxo, sia ora nella nuova Leopard), nella cronometro conclusiva del Criterium International, in Corsica evidenziava sotto il body un insolita carena facendogli deformare in maniera innaturale il suo torace una protesi cioè, che lo rende molto più aerodinamico. Un vero e proprio doping tecnologico, vietato dai regolamenti dell’Uci (art. 1.3.033). Un espediente che, secondo gli esperti, a una media di 50 orari apporterebbe un beneficio di 15-20 watt, traducibili in circa 2″ al km. Il lussemburghese (12° nella crono a 24″ da Klöden) ha vinto la corsa francese con 13″ di vantaggio sul bielorusso Kiryienka (che nella crono aveva fatto meglio di lui di 7″). La crono era di 7 km ma risulta assolutamente incomprensibile come sia stato possibile che tutta questa particolare situazione sia passata inosservata agli occhi dei giudici della corsa, che risulta alla fine, irrimediabilmente falsata.

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