Club dei virtuosi, vince il Chievo ultima l’Inter

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Luca Campedelli | © Marco Luzzani/Getty Images

La classifica finale del campionato di Serie A non è l’unica possibile graduatoria in cui collocare i club italiani: naturalmente, esistono diversi criteri di classificazione ed, alla luce delle norme sul fair play finanziario, un aspetto di grande interesse è quello relativo ai costi sostenuti ed, in particolare, al rapporto fra costi e punti conquistati in campo. In particolare, il calcolo effettuato è il seguente che, a conti fatti, assume i connotati di una semplice divisione: costi della produzione dichiarati nei bilanci dell’anno scorso (al netto di oneri straordinari e costi legati alla gestione finanziaria, ossia gli interessi corrisposti su debiti, ndr) in rapporto ai punti ottenuti in classifica nel campionato 2011-2012.

A guidare tale speciale raggruppamento stilato dal Sole 24 Ore non è, però, nessuna delle big ma, bensì, il piccolo Chievo Verona del presidente Campedelli che, da favola del calcio nei primi anni 2000, si è trasformato in una realtà importante, con grande oculatezza gestionale. Pertanto, la virtuosa società gialloblu per ognuno dei 49 punti conquistati nel campionato conclusosi lo scorso 13 Maggio, ha sostenuto costi per 722 mila euro: meno di tutti.

Al secondo posto troviamo, invece, il Catania con una spesa di 756 milioni a punto, mentre in terza posizione si colloca il Bologna con 865 mila euro: curioso il fatto che nessuna delle prime tre sia una delle consuete “grandi” e, soprattutto, ancor più da rimarcare che le tre squadre più virtuose siano formazioni che, tradizionalmente, basano la loro gestione sulla scoperta e la valorizzazione dei talenti, ossia quella che – senza ombra di dubbio – può esser considerata la parte più bella e pulita del calcio.

Di contro, invece, i club più blasonati occupano gli ultimi posti della classifica: la Juventus campione d’Italia è quart’ultima, con una spesa di 2 milioni e 362 mila euro per ognuno dei punti conquistati, la Roma a stelle e strisce è terz’ultima, con una spesa di 3 milioni a punto, mentre le due milanesi occupano le ultime due posizioni della speciale classifica. Il Milan è penultimo, con un ammontare di costi per punto pari a 4 milioni e 111 mila euro, mentre l’Interè la meno virtuosa della serie A, a fronte di una spesa pari a 5 milioni di euro per ognuno dei 58 punti ottenuti in classifica.

Luca Campedelli | © Marco Luzzani/Getty Images

Situazione affatto rosea, dunque, per i club più potenti che, di fatto, apparirebbe ancor più plumbea se non vi fossero le plusvalenze derivanti da operazioni di calciomercato: tali voci, infatti, sono ricavi straordinari connessi ad una differenza positiva fra prezzo di cessione e valore contabile (ossia costo storico meno gli ammortamenti, ndr), le quali vanno ad alleviare le perdite che, altrimenti, per l’aggregato della serie A a venti squadre ammonterebbero ad un totale di 300 milioni più i 348 milioni derivanti dalle plusvalenze.

E’ importante, inoltre, sottolineare che la classifica stilata dal Sole 24 Ore basa il suo calcolo sul virtuosismo esclusivamente sui costi, non considerando i ricavi conseguiti dai diversi club. Includendo i ricavi, dunque, il Chievo non avrebbe il miglior bilancio in assoluto (a fronte di 35,9 milioni di euro di ricavi e di una perdita netta da 300 mila euro) alla data di chiusura dello scorso bilancio, al 30 Giugno 2011: la palma del miglior bilancio per lo scorso esercizio, infatti, spetterebbe al Bari – poi retrocesso poi in serie B – e, di seguito, a Lazio, Palermo, Catania e Napoli.

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