Napoli Mazzarri un amore al capolinea?

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Lo sconforto di Cavani dopo la sconfitta con l'Atalanta | © CARLO HERMANN/AFP/Getty Images

Tre sconfitte consecutive sarebbero già, da sole, un “sintomo” di malessere profondo, ma lo sono ancor di più soprattutto se si analizza il momento stagionale in cui sono maturate, proprio in dirittura d’arrivo, nella volata decisiva per il raggiungimento degli obiettivi stagionali. La “meta” prefissata per il Napoli di Mazzarri era (e dovrebbe essere ancora, ndr) la conquista della qualificazione in Champions League anche se, al momento, il cammino si sta complicando in maniera sempre più preoccupante.

Dopo l’eliminazione dalla Champions, ad opera del Chelsea, gli Azzurri sono stati colpiti da una preoccupante involuzione, dalla quale non riescono a riprendersi più, considerando che non vincono in campionato dallo scorso 9 Marzo, più di un mese fa ormai. Inoltre, è l’atteggiamento in campo della squadra a rappresentare il campanello d’allarme principale: poco incisiva in attacco, nonostante un potenziale offensivo di primissimo livello, distratta e vulnerabile in difesa, lontana dai canoni imposti dal suo mister che, lo scorso anno, l’aveva condotta per mano nell’Europa che conta. Ieri, nella gara persa al San Paolo contro l‘Atalanta di Colantuono, i limiti attuali del Napoli sono stati evidenziati come non mai, mostrandosi vulnerabile, svuotato nelle gambe e confuso nelle idee – anche nel caso degli interpreti “di spicco” – umiliato ancor di più dai fischi sonori dello stesso stadio che, fino a qualche settimane fa, cantava a squarciagola, con orgoglio, “O’ Soldato ‘nnamurato”. Una canzone che, adesso, viene usata come mezzo di scherno nei confronti dei tifosi Napoletani, così come già accaduto allo Juventus Stadium di Torino, dopo la sconfitta contro la Juventus, ed all’ Olimpico di Roma, dopo il pesante K.o. contro i diretti avversari della Lazio, nel sabato pre pasquale.

In questi casi si usa adoperare un’espressione molto significativa e quantomai appropriata nel caso della presente situazione dei partenopei: “il giocattolo si è rotto”, e appare difficile ricomporlo.

Lo sconforto di Cavani dopo la sconfitta con l'Atalanta | © CARLO HERMANN/AFP/Getty Images

Sembra si sia rotto, infatti, quell’equilibrio all’interno dello spogliatoio che teneva unito il gruppo, che alimentava l’entusiasmo degli interpreti in campo, galvanizzati dalla passione della gente, dal desiderio di regalare ai tifosi ed alla città (che più di ogni altra in Italia “vive” di calcio, ndr) una soddisfazione sportiva, una gioia che potesse attenuare la nostalgia per il glorioso passato ormai lontano.

Invece, la squadra partenopea sembra totalmente allo sbando, ed il suo fiero condottiero non riesce più a ritrovare il suo ruolo: una situazione che, nonostante quanto di buono costruito in questi anni, potrebbe portare alla fine dell’ “epoca Mazzarri” a fine stagione perchè, in questi casi, è sempre il tecnico a pagare per tutti.

Eppure, ci sarebbe ancora tempo per rimediare, per provare quantomeno ad invertire la rotta e raddrizzare una stagione che, fino ad un mese fa, sembrava quasi perfetta. Mancano ancora sei partite alla fine del campionato ed il terzo posto – occupato dalla Lazio – è distante sei punti: un divario importante, ma non ancora incolmabile.

Inoltre, nel suo momento migliore della stagione, il Napoli ha conquistato il “biglietto” per la finale di Coppa Italia del prossimo 20 Maggio contro la Juventus, una gara “secca” e, pertanto, tutta da giocare ed aperta ad ogni risultato, almeno sulla carta. Se la situazione non dovesse cambiare, però, gli azzurri rischiano di partecipare soltanto in veste di spettatori.

Napoli-Atalanta 1-3 video highlights e pagelle

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