Di Natale per Diego: delirio Juve

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Passò due ore a prepararsi. Cominciò dalla scelta dei calzini, poi pensò ai pantaloni. Un po’ più di tempo aveva richiesto decidere quale giacca indossare. Per la camicia impiegò, invece, un quarto d’ora. Momento clou: la scelta della cravatta. Lì non poteva proprio sbagliare. Quella rosa era troppo efebica, la blu troppo scura, quella a pois troppo sgargiante, la verde era davvero troppo verde. Quella a righe? Aggiudicata. Si mise davanti allo specchio, fece un bel nodo e si strangolò. Sembrava dovesse prepararsi per la cena più importante della vita, invece la vita se l’era tolta optando per il più elegante tra i suicidi.

Destino analogo quello del calciomercato juventino. Inizio col botto: Bonucci in difesa garantisce grande sicurezza, Pepe e Martinez corsa e freschezza. Gli ultimi due ritocchi sono di prima fascia: Krasic, erede designato di Pavel Nedved, serviva come il pane al modulo di Del Neri che ottimizza e rende al meglio con l’apporto di esterni di ruolo, invece, l’acquisto di Aquilani era fondamentale al fine di restituire un’identità di gioco ad una squadra fino ad allora priva di un metronomo. Considerando anche il merito di essersi sbarazzato di Poulsen, e di aver epurato Zebina e Grosso, Marotta aveva conquistato di diritto l’Oscar come direttore sportivo dell’anno. Mancava solo qualche piccolo ritocco qua e là per affiancare Angelina Jolie, poi il raptus e d’un tratto si spengono i riflettori di Hollywood: la Juve cede Diego e punta su Di Natale. Tra i due dieci anni di differenza, questo significa che mentre uno ha già scritto le pagine più belle della sua carriera, l’altro ha appena tolto il tappo dalla penna. A confermare l’indiscrezione è uno sdolcinato Felipe Melo che saluta affettuosamente il “fratello prodigo” sul noto social network “Twitter”:

“Andare all’allenamento e non vedere mio fratello Diego è molto difficile da accettare. Vado ad allenarmi, sono veramente triste, abbiamo fatto grande amicizia e ora mio fratello va in un altro posto!”

Che tenero! Comunque, battute a parte, la Juve sta compiendo un suicidio bello e buono. Lo stesso Zidane non brillò nella sua prima annata bianconera poi il tempo fu più che galantuomo con lui. La società di corso Galileo Ferraris si pentirà di non aver atteso Diego e di essere andata dietro alla prima sventola che passava, la sua classe è indiscutibile. E’ troppo facile impressionarsi per il titolo di capocannoniere che porta in dote Di Natale. Giocatore che non rende sotto pressione e non è capace di indossare maglie importanti, come dimostra ogniqualvolta viene chiamato in causa in Nazionale. Persino Lippi, che per la cocciutaggine rinunciò a Cassano, decise di fare a meno del suo numero 10 (facendolo partire dalla panchina) quando al Mondiale l’Italia entrò nel vivo della competizione.

La cessione di Trezeguet passa decisamente in secondo piano se si prende atto di un’altra notizia clamorosa: Marchisio vuole lasciare la Juve. Questa volta la notizia trapela da Facebook, un altro famoso social network, dove il suddetto centrocampista esterna sul suo profilo lo stato d’animo a dir poco corrucciato per l’esigua considerazione che il neo tecnico bianconero, Gigi Del Neri, nutre nei suoi confronti. Il diktat è: se arriva l’offerta Marchisio parte.

A fronte di queste nuove operazioni intraprese dal dg Marotta gli ritirerei di persona l’Oscar per consegnargli il premio Nobel. Sì, quello dell’insanità mentale.

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