Dieci anni fa moriva Michele Alboreto

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Dieci anni fa se ne andava il pilota italiano più forte degli ultimi decenni e uno dei più amati di sempre: Michele Alboreto perse tragicamente la vita il 25 aprile del 2001. Quel maledetto giorno Michele stava effettuando dei test sul circuito, altrettanto maledetto, tedesco del Lausitzring, nei pressi di Dresda (dove perse entrambe le gambe in un incidente 5 mesi più tardi Alex Zanardi), quando perse il controllo della sua Audi R8 Sport con la quale avrebbe dovuto partecipare alle 24 ore di Le Mans probabilmente, perchè le cause sono ancora da accertare, per l’esplosione di uno pneumatico, quello sinistro, che fece sbandare la vettura in pieno rettilineo. Aveva 44 anni Michele quando se ne andò, morto sul colpo mentre stava facendo il suo lavoro in un banale test.

Pilota dal grande carisma e dal grande cuore e approdato in Ferrari nel 1984 negli anni in cui sembrava proibita ai piloti italiani, Alboreto nei 5 anni trascorsi con la scuderia di Maranello vinse 3 Gran Premi sfiorando il titolo iridato nel 1985 nella sua seconda stagione in Rosso perso proprio a causa di un calo di affidabilità del motore della Rossa numero 27 che non gli permise di giungere al traguardo negli ultimi 4 Gran Premi rimanenti al termine della stagione, a vantaggio di Alain Prost che si laureò campione del mondo per la prima volta nella sua carriera proprio nel 1985.
Voluto fortemente da Enzo Ferrari che di lui disse “Michele mi ricorda Ascari“, Alboreto purtroppo non riuscì più nei tre anni seguenti a ripetere la bella stagione dell’85 ed essere competitivo con una Ferrari che stava attraversando il suo periodo di crisi chiudendo la sua avventura con la scuderia di Maranello nel 1988 per far ritorno alla Tyrrell, la scuderia che la quale aveva debuttato in Formula 1 nel 1981 e con la quale vinse gli altri due Gran Premi dei 5 totali nella sua lunga carriera di pilota di Formula 1 fatta di ben 194 GP.

Ritiratosi dalla Formula 1 nel 1994 a 38 anni, Alboreto non smise di continuare a coltivare la sua grande passione delle corse e gareggiò in campionati minori con vetture a ruote coperte prima di concentrarsi esclusivamente sulle gare endurance più famose trionfando nel 1997 nella celeberrima 24 ore di Le Mans al volante di una Porsche e nella 12 ore di Sebring nel 2001 con un’Audi, ultima vittoria questa prima che il destino decise di portarselo via per sempre in un maledetto pomeriggio del 25 aprile di 10 anni fa.

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